Medicina

Un’invenzione tutta italiana salverà la vita ai cardiopatici

Se la ceramica fa bene al cuore, la ricerca fa bene all’Italia. Un sillogismo apparentemente paradossale che è tutto racchiuso in una sigla, Mar-Tin. Si tratta delle iniziali di due geniali inventori fuse con la formula chimica del nitruro di titanio, composto ceramico particolarmente resistente ed elastico e materiale privilegiato per le nuove frontiere della medicina.
Il nitruro di titanio è stato usato per rivestire un piccolo salvavita, una reticella in lega metallica che da qualche anno viene introdotta nelle coronarie ostruite per dilatarle e scongiurare rischi di infarto e trombosi: lo stent. La nuova invenzione, che rivoluzionerà il settore dell’angioplastica coronarica, ha mosso i primi passi in Romagna, al polo ceramico del Cnr di Faenza, dove lavora uno dei massimi esperti mondiali del settore dei biomateriali, il 70enne Antonio Ravaglioli. L’altro artefice dello stent Mar-Tin è il signor “Mar”, al secolo Aleardo Maresta da Ravenna, 68 anni, direttore del dipartimento di medicina e chirurgia cardiovascolare della clinica Villa Maria Cecilia di Cotignola, ex primario a Ravenna e stakanovista conclamato: da anni passa le sue vacanze estive in corsia al servizio delle migliaia di turi sti che affollano la riviera romagnola.
Oltre alle idee, naturalmente, servivano anche i soldini. Per questo i due intraprendenti Archimede hanno bussato alla porta di un’azienda già leader della cardiologia interventistica, l’International biomedical systems di Trieste. Maresta, poi, dalla sua poteva spendersi un prestigioso primato: il 5 maggio 1980 è stato il primo in Italia a fare un’angioplastica coronarica. Quasi scontato che l’impresa giuliana pendesse dalle labbra del luminare romagnolo e del suo talentuoso socio. Maresta, tanto scrupoloso negli studi quanto brillante nella divulgazione, spiega così la nuova tecnologia: “Non abbiamo fatto altro che ricoprire i vecchi stent per renderli ancora più sicuri. E’ come se li avessimo rivestiti con un cappottino di nitrato di titanio, un sottilissimo strato di 1,5 micron che isola completamente il metallo sottostante senza alterarne le proprietà meccaniche”. Un passaggio che si annuncia epocale per l’angioplastica coronarica: se gli attuali stent hanno un’efficacia che si aggira attorno al 95%, i nuovi dispositivi medici brevettati da Maresta e Ravaglioli sfioreranno la perfezione. L’Ibs aspetta solo il via libera alla commercializzazione. I passaggi sono stati quasi tutti completati: dopo la fase di ricerca - alla quale l’Ibs stessa ha dato un rilevante contributo - messa a punto assieme all’istituto di biomateriali dell’università britannica di Newcastle upon Time, la sperimentazione sugli animali ha già dato risultati eccellenti. Mar-Tin è sicuro ed efficace: lo certificano l’università di Maastricht e la Columbia university di New York.
La sperimentazione sull’uomo, partita a fine estate 2009, dovrebbe concludersi entro giugno. I centri partecipanti sono otto, distribuiti in Italia e in Europa. “Per la fine dell’anno - annunciano Maresta e Ravaglioli - Mar-Tin dovrebbe essere commercializzato, subito dopo il via libera dell’Unione europea”.

Si attende solo l’imminente lieta novella da Bruxelles, le macchine a Trieste aspettano solo il via alla produzione; l’Ibs ha tutto il know how necessario per partire e completare questo nuovo piccolo miracolo italiano.

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