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"Io un figlio da single? No, non l’avrei mai fatto"

Nel nuovo film Jennifer Lopez diventa mamma con l’inseminazione artificiale e poi s’innamora. E racconta: "Faccio acrobazie per non trascurare i due gemelli". Rinunce? "Mai, lavoro di notte"

"Io un figlio da single? No, non l’avrei mai fatto"

Los Angeles - Jennifer Lopez è una delle stakanoviste di Hollywood. Attrice, cantante, produttrice, donna d’affari con interessi nel campo della moda, dei profumi e della ristorazione, la Lopez non ha mai nascosto la sua grinta e la sua ambizione nella scalata al successo. È stata la prima attrice latina ad essere pagata un milione di dollari (per Selena), la prima donna ad avere contemporaneamente un film e un disco al numero uno (The Wedding Planner e J.Lo, nel 2001), ha venduto 35 milioni di dischi, e nel settembre del 2008 ha partecipato a un triatlon sette mesi dopo aver dato alla luce i gemelli Emme e Max, avuti dal terzo marito, il cantante Marc Anthony. Ora, dopo quattro anni di assenza, torna sul grande schermo con The Back-Up Plan («Il piano di riserva»), una commedia romantica di Alan Poul che ogni tanto si avventura in territori più affini allo stile dei fratelli Farrelly.

«Adoro le commedie romantiche», premette J.Lo «e volevo a tutti costi trovarne una in cui il conflitto nella coppia non deriva dal fatto che la protagonista ha paura dell’amore o vuole far carriera, ma da un ostacolo più serio, in questo caso una gravidanza. Zoe è stanca di aspettare l’uomo giusto e si fa inseminare artificialmente per avere un bambino. E naturalmente non appena rimane incinta incontra qualcuno. È un’ottima premessa, ricca di spunti interessanti, in cui la donna si ritrova a gestire cambiamenti epocali in modo cronologicamente sballato. È un film che non si sarebbe potuto fare venti o anche dieci anni fa, mentre oggi sono molte le trenta-quarantenni single che vogliono un figlio e decidono di averlo da sole».

Ha sempre desiderato avere figli?
«Non pensavo ai bambini quando ero più giovane, ero molto concentrata sulla carriera e sognavo di raggiungere certi traguardi professionali. Ma col tempo mi è sembrato naturale, forse perché sono cresciuta in una famiglia molto unita. Non penso però che avrei fatto un figlio da single, come mia sorella: è una decisione molto coraggiosa, un lavoro enorme, non hai più tempo per nulla».

Ha rinunciato ad alcune attività dopo la nascita dei gemelli?
«Finora no. Ho scelto di stare un po’ tranquilla il primo anno, ma ora mi ritrovo a lavorare come se non più di prima. È difficile quando hai un marito e dei figli, anche se hai chi ti aiuta. Ma mi organizzo, lavoro molto tra le sette di sera, quando i piccoli vanno a dormire, e mezzanotte».

Cosa è cambiato da quando è diventata madre?
«Non la grinta né la passione per il mio lavoro, ma le mie priorità. Tutto è organizzato attorno ai bambini, alla loro salute e felicità. Non voglio lavorare di meno, ma trovare il modo di fare quello che facevo prima senza compromettere il loro benessere. Ho sicuramente meno tempo per il fitness, e devo fare più attenzione a quello che mangio, perché dopo la gravidanza il tuo corpo cambia. Mangio molta verdura coi gemelli, anche se non mi piace e non sono cresciuta mangiandone. Voglio che i bambini crescano sani e con buone abitudini alimentari, anche se adoro il cibo della mia infanzia e ogni tanto cucino portoricano».

Nel film Zoe sceglie una strada insolita: prima la gravidanza, poi il compagno, poi il matrimonio. Qual è la cosa meno convenzionale che ha fatto?
«A parte il fatto di essermi sposata tre volte? Abbastanza anticonvenzionale no? Anche se forse non più di tanto ai giorni nostri, il che a pensarci bene è strano».

Se le cose non fossero andate come desiderava aveva un piano B per la sua carriera?
«No, ho sempre sognato di fare l’attrice, la cantante e la ballerina, e ho lavorato duro fin dalla giovinezza per arrivare dove sono oggi. Sono felice della mia carriera, ma ho ancora sogni e non ho intenzione di fermarmi. Sono così abituata a questo tipo di vita nomade che se non viaggio per un po’ mi domando cosa non va».

Quando ha imparato a gestire il successo?
«Sul set di Selena. Quel film non è stato importante solo perché ha portato i latinos al centro della cultura americana, o perché ha lanciato la mia carriera. Selena è stata il mio modello perché è sempre stata cortese, rispettosa e piena di humor con i fan, la stampa, la famiglia. Fare quel film mentre la mia vita stava cambiando mi ha insegnato a gestire la fama con professionalità».

E presentandosi sempre in modo impeccabile. Quali sono i suoi stilisti preferiti?
«Adoro Versace, Cavalli, Dolce e Gabbana, Armani e Gucci (la diva svetta su futuristici sandali grigi della maison, ndr). Ma mi piacciono anche Balenciaga, Marchesa, e pure linee più economiche come Topshop.

Non ho uno stile preciso, mi piacciono le cose belle, e se sono di qualità e buon gusto non devono per forza essere care».

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