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"Io, messo in croce dai pm che si sentono come Dio"

Il francescano condannato ingiustamente per lo stupro di una suora: "Dopo 10 anni di incubo la Cassazione mi ha assolto. Ma ora chi pagherà?"

"Io, messo in croce dai pm che si sentono come Dio"

Il suo è l'assessorato col nome più lungo nella storia degli assessorati italiani: Contrasto alle povertà, al disagio, alla miseria umana e materiale, al pregiudizio razziale e religioso, alla discriminazione sociale degli invisibili e degli ultimi. In sintesi: assessorato alla povertà. Per ricoprire la pauperistica carica nella nuova Giunta comunale di Cosenza il sindaco Mario Occhiuto (lungimirante primo cittadino del capoluogo calabrese), ha scelto padre Fedele Bisceglia. L'anno prossimo il frate compirà 80 anni, gli ultimi dieci li ha trascorsi difendendosi da un'accusa infamante: aver violentato una suora. Accusa infondata, considerato che due mesi fa la Cassazione ha sancito la piena innocenza di padre Fedele.

Ma prima di arrivare al lieto fine, fra' Bisceglia ne ha passate di tutte i colori: prima il carcere, poi gli arresti domiciliari in uno sperduto monastero. Per lui un curriculum giudiziario movimentatissimo: condanna in primo grado a 9 anni, confermata in appello; verdetto annullato dalla Suprema corte che dispone un appello bis; assolto nel nuovo processo d'appello, ma questa volta a ricorrere in Cassazione è la Procura di Cosenza, cui gli ermellini danno definitivamente torto. Sentenza passata in giudicato: assolto per non aver commesso il fatto.

Padre Fedele, ci sono voluti 10 anni. Ma oggi la sua innocenza è stata accertata. È più felice o amareggiato?

"Avrei preferito morire con un colpo di lupara piuttosto che essere vittima di una tortura psicologica durata dal 2006 al 2016. Un vero martirio, considerato che la mia estraneità ai fatti poteva - e doveva - emergere fin dall'inizio".

E perché questo non è avvenuto?

"Me lo sono chiesto ogni giorno per dieci anni. Ma senza trovare risposta".

Un'idea, però, se la sarà fatta.

"Quella povera suora che mi ha accusato era sicuramente manovrata da qualcuno".

"Manovrata da qualcuno". Da chi?

"Dalla chiesa. Dai giudici. E da chissà chi altro".

E perché la chiesa dovrebbe avercela con lei?

"Chi come me intende il sacerdozio come missione al servizio dei poveri, non sempre è visto di buon occhio".

Tanto da organizzare un complotto contro di lei, accusandola di aver stuprato una suora?

"Non ho prove per sostenerlo".

E le prove del complotto dei giudici, ce le ha?

"No".

Definisce la sua accusatrice "povera suora". Quindi non le serba rancore?

"L'ho perdonata. Ma spero che anche lei chieda perdono alla Madonna per quanto ha fatto. Per le sofferenze che mi ha inflitto senza motivo".

Ha perdonato anche i giudici?

"No, loro non li perdono. Dovevano scagionarmi subito. Contro di me non c'era nulla. Ma i giudici si sentivano Dio. Ora chi pagherà per i loro sbagli?".

Nel 2006 mass media e opinione pubblica si schierarono contro di lei dopo la diffusione di intercettazioni con varie donne. Se lo ricorda, vero?

"Eccome se me lo ricordo. Fu uno sbaglio parlare al telefono in quel modo. Mi pentii subito. Ma quelle frasi non c'entravano nulla con le accuse assurde che mi furono poi rivolte e per le quali ho pagato un prezzo indicibile".

Cosa l'ha aiutata a superare i momenti più difficili?

"Il ricordo di mia madre. L'ho persa quando avevo poco più di 5 anni e lei appena 33. Era una donna molto religiosa".

Con lei ha imparato le prime preghiere?

"Mi baciava sulla guancia e mi diceva che così avrei sentito l'alito dell'amore di Gesù".

Cosa l'ha fatta più soffrire nella sua odissea giudiziaria?

"Tante cose. Ma la pugnalata più sanguinosa l'ha inferta il tribunale della chiesa, proibendomi di dire messa e di impartire i sacramenti. Ho scritto anche al Papa, per supplicarlo di restituirmi la gioia di celebrare l'eucarestia".

È stato costretto ad appendere il saio al chiodo.

"No. Il saio è la mia pelle. Non potranno togliermelo neppure quando sarò morto".

Continua la sua battaglia per essere riaccolto in quella "sacra famiglia" che seguita a considerarla un reprobo.

"È una sensazione terribile. Mi sento come un pesce che boccheggia in riva al mare".

Un pesce che boccheggia, ma che intanto è stato promosso "assessore".

"Macché assessore. Resto solo padre Fedele. Non mi sono mai montato la testa io".

Neppure quando era un habitué dei salotti televisivi?

"Ogni strumento è buono, se il fine è aiutare il prossimo".

Da oggi dovrà occuparsi, "istituzionalmente", dell'assessorato alla povertà.

"Ma sono 60 anni che io mi occupo dei poveri. La mia vita non cambia dopo questa nomina".

Una nomina che si aspettava?

"No, non me l'aspettavo. Si figuri che il sindaco è di centrodestra, mentre io alle ultime amministrative ho votato per la sinistra".

E, nonostante questo, il sindaco l'ha voluta in giunta?

"Sì, una scelta che ha sorpreso anche me".

Quali sono le sue priorità "politiche"?

"Non voglio più vedere gente che rovista tra i rifiuti per cercare qualcosa da mangiare. E tutti devono avere un letto al coperto, nessuno deve dormire sotto i ponti. Io l'ho fatto per mesi e so cosa si prova".

Ha dormito sotto i ponti?

"Sì, insieme ai barboni. Ero il loro confessore. Mi consideravano un amico".

Quanto guadagnerà da assessore?

"Neanche un euro. Se mi daranno qualcosa la devolverò ai poveri. Anche loro hanno diritto a un reddito minimo di cittadinanza".

Che fa, copia i Cinque stelle?

"I Cinque che?".

I Cinque stelle, il partito di Grillo".

"Io di stelle conosco solo quelle che compongono la corona della Madonna".

È ancora capo ultrà dei tifosi del Cosenza Calcio?

"Certo. La fede calcistica fa parte della mia vita. Inoltre tanti giovani conosciuti nelle curve degli stadi si sono trasformati in meravigliosi assistenti che mi accompagnano e mi sostengono nelle mie missioni in varie parti del mondo".

Ultrà che usano le mani non per picchiare i tifosi avversari, ma per soccorrere i più bisognosi. Praticamente un miracolo.

"È la conferma che i miracoli si compiono davvero. In Africa con questi ragazzi ci siamo ammalati insieme di malaria. Insieme siamo guariti e insieme abbiamo alleviato le sofferenze dei più bisognosi. Ma sa qual è il mio orgoglio più grande?".

Quale?

"Sapere che quei ragazzi che sono venuti con me in Africa, oggi continuano a fare volontariato a fianco degli ultimi, dei diseredati. Giovani che non hanno paura di sacrificarsi e che continuano ad andare nel Terzo mondo anche senza di me".

Lei è riuscito a redimere perfino la pornostar Luana Borgia.

"Se è per quello ho frequentato anche i festival erotici per raccogliere fondi per i bambini africani".

Pornostar e festival erotici. Non proprio ambienti adeguati a un sant'uomo.

"Gli ambienti raffinati non fanno per me. Preferisco le prostitute per salvarle dalla strada; i black bloc per convincerli a non essere violenti; i drogati per aiutarli a uscire dalla schiavitù del buco. Da medico (padre Fedele è laureato, oltre che in Teologia, anche in Medicina, ndr) sono rimasto a fianco delle donne che volevano abortire, cercando di far capire loro che avevano in grembo il più grande dono di Dio. Quanto poi al sant'uomo...".

Ora a quale progetto sta lavorando?

"Alla costruzione di un piccolo ospedale pediatrico in Madagascar. Chiunque voglia darmi una mano può fare un versamento, anche di pochi euro, sul conto corrente postale 87615076 intestato a Il paradiso dei poveri".

Quando l'ospedale sarà terminato ci mandi una fotografia.

"Promesso. Parola di collega".

In che senso "collega"?

"Anch'io sono giornalista. E i giornalisti sono missionari".

"Missionari" di cosa?

"Missionari della verità".

E lei la verità l'ha detta sempre?

"Quasi sempre".

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