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"Io, sopravvissuto ai figli, nella fantastica battaglia di Eurodisney"

Un'incredibile avventura tra fiabe, colori e avventure nel grande parco alle porte di Parigi. E una scoperta: la schiavitù esiste ancora. È quella dei genitori sottomessi agli adorabili mostriciattoli luce dei loro occhi...

"Io, sopravvissuto ai figli, nella fantastica battaglia di Eurodisney"

Benny Casadei Lucchi
Nostro inviato a Parigi

Il mondo che vive al contrario esiste per davvero. Ed è bellissimo, a suo modo avventuroso, certamente imperdibile. Anche se alla fine, quando fai le valigie e varchi il confine e lo vedi perdersi lontano nell'iperspazio della fantasia, senti addosso un'immensa nostalgia ma anche la sensazione forte di essere un sopravvissuto.
Perché il mondo che vive al contrario è indimenticabile e meraviglioso, è affascinante e colorato, musicale e romantico e fiabesco, ma completamente in mano a loro... Sì, loro quei piccoli, adorabili mostriciattoli dei nostri figli. Sul pianeta fantastico i padroni sono questi esserini dall'energia inesauribile, questi motorini che ti tirano le braccia verso ogni punto cardinale pur di veder soddisfatte le lamentose richieste. Loro la luce dei nostri occhi, loro il sangue del nostro sangue prendono letteralmente in mano la situazione e se sanno leggere impongono il tragitto da seguire per vedere tutte le attrazioni; se non sanno leggere peggio ancora: fanno finta di abbandonarsi a noi, ma di fatto ti guidano a strattoni e capricci, come se avessero il radar del divertimento piantato in fronte.
A Eurodisney si vive così. Tutto è studiato per titillare i nostri adorabili mostriciattoli e risvegliare il nostro io bambino ormai perduto chissà dove. Gli stessi genitori non comunicano più come si farebbe fuori dai confini del mondo al contrario, usano invece il linguaggio dei figli, magari s' imbronciano per un nulla, magari si esaltano per un niente, ma i capricci tra mamma e papà proliferano. Anche per gli adulti le emozioni tornano a tinte forti, senza vie di mezzo. Perché all'ora "X" in punto passa per la Main Street la grande parata dei personaggi e «non puoi assolutamente perderla» pensi mentre la luce dei nostri occhi ti strattona perché «papà non puoi assolutamente perderla, capito?». E all'ora "Y" in punto c'è Cenerentola che firma gli autografi e tu sai benissimo che sotto i panni e il trucco fiabesco si cela una normalissima e sudatissima impiegata di Eurodisney che per vivere fa quel lavoro e si camuffa. Eppure non c'è scampo. È a quel punto che i bravi papà e mamma cedono dopo qualche secondo, quelli che si atteggiano a duri e sordi ai pianti della prole si arrendono dopo alcune ore, mentre i genitori orco, gli Hannibal Lecter della famiglia, resistono solo fino al secondo giorno, poi, inesorabile, arriva anche per loro la metamorfosi. Ti ritrovi così a inseguire Topolino e l'impiegato che sta nascosto dentro il costume, e a urlare di felicità perché gli hai appena strappato l'autografo o perché sei riuscito ad ottenere la foto di tua figlia abbracciata al roditore e poco importa se un attimo dopo lei ti chiederà perché sul foglietto non sta scritto Topolino bensì Mickey Mouse.
Il mondo che vive al contrario ha le sue regole, per cui se vuoi volare giù di dieci piani sull'ascensore che si stacca dalla Torre del Terrore (una delle attrazioni più recenti) puoi fare la tua brava coda (a volte si arriva all'ora) oppure farti furbo e mentre i figli schiavizzano tua moglie ponendola in coda davanti, chessò, all'affascinante Crush's Coaster, in Viaggio con Nemo, vai a staccare la prenotazione nel computer posto all'entrata della Torre in cui verrà stampato l'orario a cui farti trovare per evitare l'attesa. E funziona, e torni dalla consorte - o da quel che ne resta - con il prezioso foglio stretto in mano come uno scalpo. Manca l'urlo da indiano, ma a questo pensano i figli non appena vedono babbo rientrare dalla missione.
A Eurodisney non ti perdi fisicamente perché tutto è indicato e tutto è preciso. Però ti ci perdi di testa perché a quel punto null'altro esiste se non la voglia di sperimentare ottovolanti a forma di treno del Far West che corrono nel Grand Canyon ma anche in mezzo al fiume ("Il Big thunder mountain"), oppure "Il Volo di Peter Pan" che ti porta sulla vecchia Londra e ti rapisce come nel film. E così con "I Pirati dei Caraibi", viaggio in barca tra fiumi e cascatelle dentro i rifugi dei corsari. E poi "Il volo di Dumbo", "Il castello della bella addormentata", e poi "High school musical" che come per magia, ad orari precisi, arriva in piazza e ti assorbe nella danza.
Il mondo che vive al contrario ha i suoi confort. Per cui se alloggi negli alberghi dentro il Parco Disney puoi accedere ai divertimenti prima, in modo da poter godere di maggiore tranquillità rispetto a quando arriverà l'ondata di schiavi dei propri figli proveniente dalla metrò parigina o dagli hotel esterni.
Ma il momento clou, quello dove la trasformazione è completa, dove non esiste più la distinzione di ruoli, dove non ci sono più genitori e figli, bensì bimbi, solo bimbi, ovunque bimbi perché i mariti sono diventati bimbi, le mogli bimbe, i parenti bimbi, le suocere bimbe, arriva tumultuoso e magico quando si ha la malsana idea di festeggiare il compleanno del proprio adorabile mostriciattolo. A quel punto, mentre nella grande sala dedicata ai compleanni siedi al tavolo e attendi la torta, il dono e Topolino, Paperino, Pippo, Pluto e l'intera banda di personaggi che festeggerà la tua piccola, comprendi tragicamente che tutto è cambiato. Succede quando chiami e cerchi Topolino per farlo abbracciare a tua figlia e scopri invece che stai proprio spintonando la piccolina perché ad abbracciare il roditore vuoi essere solo tu.
Ecco, quello è il momento di fare le valigie in fretta e tornare nel mondo vero.
(www.

disneylandparis.com)

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