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«Io in vantaggio? Sì, ma guardate il Milan...»

Giovanni Zamagni

da Scarperia (Mugello)

Più che il campionato del Mondo sembra il campionato italiano e i nostri piloti sono così superiori, che nella tradizionale conferenza stampa che precede ogni Gp c'erano solo italiani: Valentino Rossi, il punto di riferimento indiscusso, Marco Melandri, il giovane emergente, Max Biaggi, l'eterno rivale e Loris Capirossi, il lottatore mai domo. Se poi si aggiunge che i soli avversari che sembrano in grado di infastidirli - Sete Gibernau e Alex Barros - parlano perfettamente la nostra lingua, si capisce che il Gp d'Italia, quinta prova del motomondiale, in programma domenica al Mugello dove sono attesi 150.000 spettatori, si annuncia come una grandissima festa tricolore. Il pilota da battere, manco a dirlo, è Rossi, che guida la classifica con 37 punti di vantaggio su Melandri e 42 su Gibernau: come dire che se Valentino riuscisse a vincere anche sulla velocissima pista toscana, teoricamente più favorevole alle Honda che alle Yamaha, il dominio diventerebbe assoluto.
«Ma il campionato non sarebbe affatto chiuso - predica prudenza il fenomeno - e nello sport basta pochissimo perché la situazione si ribalti a tuo sfavore. E se perdi un grande vantaggio, poi ti può succedere come al Milan con il Liverpool...». Scherza Rossi, da buon interista, e nemmeno quando si parla del suo futuro perde il buon umore. Tutt'altro. «Mi aspetto una trattativa corta e relativamente semplice. Nel 2006, teoricamente, potrei guidare tutte le moto, ci sono discorsi aperti con tutti, ma la mia prima opzione, come ho sempre detto, è rimanere con la Yamaha.

Siamo più o meno d'accordo su ogni punto e mi va bene sia un contratto di uno che di due anni».

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