Roma

Ipa gallina dalle uova d’oro Al cda compensi extralarge

La richiesta di fare un passo indietro è arrivata direttamente dal sindaco Veltroni. Così il comandante dei vigili Giovanni Catanzaro non ha avuto scelta: dopo le indiscrezioni rivelate dal Giornale circa la sua intenzione di candidarsi con un’organizzazione sindacale per il rinnovo del consiglio d’amministrazione dell’Istituto di previdenza e assistenza del Comune di Roma, ha ingranato, volente o nolente, la retromarcia. Più nolente che volente, dicono i bene informati. Ma tant’è.
Del nome di Catanzaro, dunque, non c’è traccia nelle liste depositate in vista delle consultazioni che avranno inizio il 28 febbraio. Ce n’è invece traccia in un volantino distribuito dall’Arvu, associazione romana dei vigili urbani, che snocciola i compensi percepiti lo scorso anno dai membri degli organi dirigenziali e amministrativi dell’Ipa. Dai 95.334 euro del presidente Enrico Fantauzzi (forse un omonimo del Fantauzzi Enrico che compare sul sito dei Ds del Lazio alla voce «direzione regionale»?) agli 80.650 del direttore Gildo Perfetti, dai tre revisori dei conti (in media 39.500 euro cadauno) ai sette consulenti, fino alle diverse retribuzioni dei dodici consiglieri d’amministrazione, tutte attorno ai 44mila euro eccezion fatta per i 43.123 di Sandro Biserna e per i 48.345 riconosciuti – secondo il volantino – proprio all’uscente consigliere Giovanni Catanzaro.
È bastata l’uscita di scena di un «peso massimo» come il capo dei pizzardoni per placare gli animi? Sembrerebbe proprio di no, stando ai veleni incrociati della campagna elettorale appena entrata nel vivo. Sempre che alle urne il 28 ci si vada per davvero, visto che soltanto oggi, dopo aver consultato i 52 membri del consiglio direttivo e i legali dell’associazione, e dopo aver sollecitato «un’inchiesta amministrativa», il presidente dell’Arvu Mauro Cordova deciderà se rivolgersi «alle autorità competenti per chiedere una verifica – spiega - sulle modalità con cui sono state autenticate le firme di alcune liste da parte di dirigenti sindacali e consiglieri comunali».
A rischiare di restare esclusa, per l’ironia della sorte, era stata proprio la lista dell’Arvu, le cui firme erano state convalidate da funzionari e dirigenti della Polizia municipale (non titolati per la procedura di autenticazione se non espressamente delegati dal sindaco), ma alla fine a maggioranza è stato deciso di ammettere tutti.
Ora Cordova passa al contrattacco, chiede «il rinvio delle elezioni e il commissariamento dell’Istituto»; solleva interrogativi sui «circa duemila precari del Comune di Roma cui – sostiene - viene negata l’iscrizione»; si chiede «per quale ragione il presidente debba essere nominato dal sindaco». Già, perché è proprio al primo cittadino che spetta nominare, direttamente, il presidente dell’istituto, il direttore e il presidente del collegio, svolgendo così – è scritto sul sito dell’Ipa – «la sua funzione tutoria».
Ed è proprio sul futuro della presidenza dell’istituto che sembrano convergere le prime voci di palazzo sul «turn over a catena» che si attende per la fine dell’anno qualora Catanzaro dovesse lasciare in anticipo l’incarico di comandante, così come dal Comune s’era lasciato intendere al momento della nomina.


Si dice che la diplomazia capitolina sia già in movimento, e al capo dei vigili potrebbe essere prospettata proprio la presidenza dell’Ipa, dal cui cda a questo punto è destinato (suo malgrado) a rimanere fuori.

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