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Irak, soldati i primi al voto Ma è un Paese senza pace Bagdad, 3 attacchi ai seggi

Oggi seggi aperti per le legislative a soldati, poliziotti, detenuti e malati. Ieri gli attacchi di Baquba, con 32 vittime. Oggi attentati nella Capitale. Prima una bomba poi due kamikaze nei seggi: 12 vittime

Irak, soldati i primi al voto 
Ma è un Paese senza pace 
Bagdad, 3 attacchi ai seggi

Bagdad - Un Paese al voto. Nel sangue. Com'è abiutato a vivere da decenni. Le legislative si svolgono in un clima teso, all’indomani di un triplice attentato kamikaze, che ha provocato almeno 32 morti e 48 feriti a Baquba, capoluogo della provincia di Diyala. E stamattina una bomba ha scosso Bagdad. Almeno cinque persone sono morte e un’altra ventina rimaste ferite nell’esplosione di un ordigno vicino un seggio elettorale nel quartiere di Al Huriya, nel Nord Ovest della Capitale. L’attentato coincide con l’inizio delle votazioni speciali previste nella tornata elettorale.

Due kamikaze Quattro soldati sono rimasti uccisi oggi in un secondo attentato che ha scosso Bagdad: un kamikaze si è fatto esplodere davanti ad un seggio elettorale. Lo riferisce il ministero dell’Interno. E poco dopo ne è arrivato anche un terzo. Un secondo kamikaze si è fatto esplodere contro un seggio elettorale, aperto per consentire il voto di detenuti e dipendenti governativi. Tre i soldati uccisi: il bilancio complessivo degli attentati è di 12 morti, tra cui sette soldati e 5 civili, e numerosi feriti.

Alle urne L’Irak ha iniziato a votare per le elezioni politiche di domenica prossima. Centinaia di migliaia di persone sono chiamate oggi a esprimere la loro preferenza in questo voto anticipato, organizzato per coloro che non potranno recarsi alle urne il 7 marzo. Militari, personale di sicurezza, detenuti, pazienti ricoverati negli ospedali, in tutto tra i 600mila e le 700mila persone, secondo la missione di assistenza delle Nazioni unite. "La partecipazione è buona" ha dichiarato Karim al Tamimi, membro dell’Alta commissione elettorale indipendente irachena (Ihec). "Il voto si sta svolgendo bene e in tutta sicurezza" ha aggiunto.

In tutto sono 19 milioni gli elettori chiamati alle urne in IraK e in altri 16 Paesi per le seconde elezioni politiche nel Paese dall’intervento statunitense nel 2003.

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