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Italia beffata dal Trap: solo 1-1 con l'Irlanda

L'arbitro caccia Pazzini dopo 3 minuti per un fallo inesistente. Segna Iaquinta e gli azzurri contengono. Ma una palla vagante punisce la nostra difesa, che rischia poi il tracollo. Lippi è una furia: "E poi parlano dei nostri arbitri"

Italia beffata dal Trap: 
solo 1-1 con l'Irlanda

Bari - Trap e gli irlandesi devono fare una statua al tedesco Stark. È suo, suo soltanto, il merito dell'epilogo di ieri sera e di quel pareggio che grida vendetta al cielo. Già, perché l'ingiusta espulsione subita da Pazzini dopo meno di 4 minuti è l'episodio che incanala la sfida e i suoi successivi sviluppi: gol di Iaquinta, difesa eroica degli azzurri per novanta minuti chiusi nell'area di Buffon, e pareggio arpionato da Keane, un vecchio allievo di Lippi (due mesi all'Inter nella stagione del 2000). Senza quel cartellino rosso, sarebbe stata un'altra storia e un'altra partita, oltre che un altro risultato, naturalmente. In dieci, l'Italia si è difesa con le unghie e con i denti dopo aver conquistato con un brillante triangolo il vantaggio griffato da Iaquinta. Impensabile chiedere agli azzurri, a Cannavaro e Chiellini per esempio, e a tutti gli altri generosi esponenti della compagnia azzurra, di fare di più. Resta il rammarico di essere stati raggiunti proprio sulla sirena. I cambi effettuati dal Ct possono offrire grande materia di discussione, specie per quel che riguarda la scelta di tenere fuori Pirlo nella ripresa. Perciò una volta nella vita, bisogna prendersela con l'arbitro tedesco senza infierire e ricordando che gli errori, anche gli strafalcioni, esistono e non possono coinvolgere solo i fischietti italiani.

La trappola infernale scatta al terzo minuto, neanche il tempo di prendere nota dei disegni tattici e della presenza, inattesa, di Iaquinta al fianco di Pazzini. Su un campanile a metà campo, palla innocua e trascurata dai più, Pazzini e O'Shea saltano secondo copione e dovere: l'irlandese, a terra, si ritrova con una ferita lacero-contusa al sopracciglio, arrivano i soccorsi, l'arbitro tedesco dà un'occhiata all'accaduto ed estrae il rosso. Il fallo vero e proprio ha consistenza pari allo zero, forse non meriterebbe neanche la semplice ammonizione. Ma è la ferita, col sangue che viene fuori e richiede l'intervento dei sanitari, a portare fuori rotta Stark, l'arbitro di Manchester-Inter in Champions. Così la sfida dell'Italia, scandita dagli applausi a scena aperta per azzurri e Trap e dalla solenne fischiata per Lippi, diventa subito la scalata di una montagna a mani nude. In dieci, con la correzione tattica (4-4-1), la Nazionale non si perde d'animo: si vede che ha il carattere di un combattente di razza. Alla prima geometria efficace, designata dal piedino magico di Pirlo (suggerimento per Grosso calibrato al centimetro, cross successivo nel posto giusto, cuore dell'area di rigore, dove Iaquinta chiude col sinistro), l'Italia passa e si trasferisce in trincea a difesa di quel vantaggio. La replica del Trap è immediata e suggestiva: via l'ala Keogh, inconsistente, per fare spazio all'armadione Folan, attaccante dell'Hull City sistemato in panchina. L'organizzazione difensiva azzurra, guidata dal capo-ciurma Cannavaro, funziona e resiste alle prime spallate: quando l'Irlanda trova l'abilità e la forza per provare a forzare il posto di blocco con una volè dal limite dell'area (Hunt l'autore del blitz), allora Buffon ricorda allo stadio intero e forse anche al pubblico italiano che il numero uno è sempre lui.

Nella ripresa diventa sempre più improbabile riuscire a difendere fort Buffon dall'assedio irlandese. Trap schiera tutta l'artiglieria a disposizione, Lippi non gli è da meno e cerca di ottenere da Dossena nella parte finale della serata il sostegno fisico di cui ha bisogno. A un paio di minuti dai titoli di coda, il pareggio è cosa fatta: apparecchiato da una palla qualunque, vagante, finita nel mucchio centrale dove Robbie Keane riesce ad artigliarla per depositarla in fondo alla rete di Buffon, stregato e perciò incolpevole. Finale di colore verde a Bari, con l'Irlanda vicina anche al 2 a 1: sarebbe stata una beffa incredibile. Col pareggio, raggiunto con qualche merito, adesso il Trap è nelle condizioni di insidiare ancora il primo posto agli azzurri nel girone.

Bisognerà sudarsela la qualificazione nelle ultime quattro sfide del girone da affrontare dopo le vacanze estive, da settembre.

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