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Italia folle della benzina a 3.500 lire al litro

La Vespa che costa come una moto, il pane quanto la pizza. Così vivremmo se tutto aumentasse al ritmo di un «pieno»

Italia folle della benzina  a 3.500 lire al litro

Sette giorni di sciopero su tutta la rete stradale e autostradale (li hanno annunciati ieri le associazioni di categoria, date da decidere), benzina che sale ancora e ha ormai sfondato la barriera degli 1,8 euro. Flash dall’Italia con il carburante oltre quota 3.500 lire: il livello raggiunto dal prezzo al litro, espresso nel vecchio conio, ci dà la misura della velocità stratosferica a cui stanno correndo le quotazioni di benzina e, soprattutto, gasolio. Sono lontani i tempi del classico «deca», le diecimila lire del rifornimento base del passato. Oggi poi, pure con dieci euro non si va granché lontano.

Tutto aumenta, è vero, ma, e non è solo una sensazione, se l’inflazione generale galoppa, i carburanti sfrecciano come jet. Proviamo a immaginare un italiano del 2002 che viaggiasse nel tempo, in avanti di dieci anni, per giungere ai giorni nostri: sarebbe sconcertato dai rincari, non c’è dubbio, ma per la benzina proverebbe un vero choc.

Purtroppo, però, il viaggio nel tempo per noi è reale e per scoprirlo basta confrontare i prezzi di oggi di alcuni beni di riferimento, con quelli praticati 10 anni fa. Nel 2002, primo anno di introduzione dell’euro, una pizza margherita costava mediamente 3,5 euro, oggi la compriamo a 4,8, anche se le tabelle ufficiali ci dicono che il prezzo giusto (cioè quello rivalutato secondo l’inflazione) sarebbe di 4,08. Tutti i generi più comuni costano un po' di più di quanto dovrebbero; benzina e gasolio, invece, costano molto di più. Se il tasso ufficiale di inflazione in 10 anni è di circa il 16 per cento, un litro di «verde» è lievitato dell'80 per cento. Peggio ancora il diesel, più che raddoppiato. A questo punto diventa lecito verificare quanto abbiamo avuto la fortuna di risparmiare, nella vita di tutti i giorni. Perché se tutto avesse marciato con lo stesso ritmo dei derivati del petrolio saremmo messi veramente male. Un chilo di pane comune che oggi paghiamo mediamente 2,1 euro, per esempio, ci costerebbe 3,27 se ancorato agli aumenti della benzina. E 3,72 se collegato al gasolio. Altri esempi? Ci potrebbero chiedere 14,46 euro per una serata al cinema e un euro e 45 per un caffè. E cosa dire dell'euro e mezzo chiesto oggi per viaggiare su un mezzo pubblico in una grande città: dovremmo ringraziare, perché rischieremmo di doverne sborsare più di due. A sorpresa, i mezzi che vanno a benzina sono i più stabili. Peugeot 206 e Piaggio Vespa 125 c'erano nel 2002 e ci sono oggi, ma con aumenti minimi.

Evidentemente per lo Stato comprare un’auto è lecito, usarla è un vizio da tassare. La prova? L’unico bene che segue il ritmo di aumenti della benzina sono le sigarette.

La conferma ultima che tabacco e benzina sono il Bancomat dell'erario.

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