Sport

Italia secondo Paese al mondo per dopati

Il report pubblicato dall'Ama, agenzia mondiale anti doping, ha fatto sapere che l'Italia nel 2014 è stato il secondo Paese al mondo per numero di atleti dopati, primo posto alla Russia e terzo all'India

Italia secondo Paese al mondo per dopati

L'Italia si aggiudica la medaglia di bronzo di un podio però della vergogna dal quale è meglio stare alla larga. Secondo quanto riportato dall'AMA, l' Agenzia mondiale Anti doping, in un comunicato diffuso ieri, il Bel Paese, nel 2014, è stato il secondo Paese al mondo per consumo di sostanze dopanti. Prima soltanto la Russia e un passo dietro l'India.

L' AMA ha comunicato che due anni fa, 1698 atleti sottoposti al controllo sull'uso di sostanze dopanti sono risultati positivi e di questi 148 casi riguardavano gli atleti russi, 123 gli sportivi in Italia e 96 in India. A seguire Francia e Belgio con 91 casi, poi Turchia, Australia, Cina, Brasile e Corea del Sud.

In termine percentuali la classifica sarebbe diversa, perché se si considera la popolazione sportiva della Russia e quella dell'Italia è immediato comprendere come l'Italia scavalcherebbe la terra di Putin. In ogni caso l'AMA ha denunciato che l'utilizzo di sostanze dopanti è una piaga molto diffusa nel mondo sportivo e a confermarlo è il fatto che ad aiutarsi con sostanze proibite non sono stati solo i ciclisti da sempre nell'occhio del ciclone, ma atleti di 109 paesi diversi e appartenenti a ben 83 discipline differenti.

Nello specifico, gli sport dove si sono registrati maggiori casi di sportivi farmacisti sono stati: l'atletica, il culturismo, il sollevamento pesi, il ciclismo, il calcio, il rugby, la boxe e il nuoto. Il doping inoltre è molto più diffuso nel mondo maschile che in quello femminile, il 79% degli atleti risultati positivi infatti sono uomini.

Le Olimpiadi di Rio si avvicinano, ma intanto anche le nubi del doping si fanno sempre più cupe perchè dopo lo scandalo dell'AMA, ora in Italia sta per uscire nelle librerie la biografia di Danilo Di Luca, ciclista squalificato a vita per l'utilizzo di farmaci illeciti.

E la pubblicazione si preannuncia essere un libro iverità che arriva a smascherare il mondo delle droghe sportive: da chi le fornisce a chi le assume.

Commenti