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Italia verso il decreto per i permessi temporanei Ma Parigi: "Verificare se conforme a Schengen"

Entro domani il governo farà il decreto per consentire agli immigrati presenti in Italia di usufruire dei permessi temporanei di soggiorno. La Francia vuole esaminare la conformità al codice Schengen. Intanto la Malmstrom si prepara ad attivare la "protezione temporanea" per gli sfollati dalla Libia. Chiamparino (Anci): "Tutte le Regioni accoglieranno gli immigrati"

Italia verso il decreto per i permessi temporanei 
Ma Parigi: "Verificare se conforme a Schengen"

Parigi - Entro breve il governo farà il decreto per consentire agli immigrati presenti in Italia di usufruire dei permessi temporanei di soggiorno. Ma la Francia vuole esaminare la conformità al codice Schengen. Al ministero dell’Interno di Parigi non vogliono ancora reagire: "Abbiamo appena appreso della decisione italiana". Tuttavia, prima di ogni commento, Parigi vuole verificare la validità giuridica dei permessi di soggiorno temporanei che il governo italiano dovrebbe riconoscere ai migranti tunisini.

Le mosse della Francia Secondo Le Monde, a Bruxelles, dall’entourage del commissario all’Immigrazione Cecilia Malmostrom, citano il codice Schengen, che regola la circolazione delle persone attraverso le frontiere degli Stati membri. In particolare, questo prevede all’articolo 2 la possibilità per un Paese di accordare dei "titoli di soggiorno temporanei" che consentono di circolare nell’insieme dello spazio Schengen. Prima di concedere questi titoli, l’Italia dovrà tuttavia esaminare "caso per caso" la situazione di ogni espatriato tunisino sbarcato sul suo territorio. Il governo italiano dovrà assicurarsi che nessuno sia "segnalato" in uno schedario di polizia e non sia oggetto di interdizione dal territorio. Inoltre i tunisini a cui saranno concessi questi titoli dovranno avere dei "documenti di viaggio" con loro e dimostrare di avere "risorse" sufficienti.

Attivazione della protezione temporanea La commissaria europea agli affari interni, Cecila Malmstrom, non ha proposto al Consiglio Ue l’attivazione della "protezione temporanea" per gli sfollati dalla Libia, ma ha solo detto di essere pronta a farlo, se sarà necessario.  La notizia era stata data a partire da una lettera che la commissaria ha inviato ai governi degli Stati membri, in vista del Consiglio dei ministri Ue degli Affari interni e di Giustizia, lunedì e martedì prossimi a Lussemburgo. Nella lettera, tuttavia, ha puntualizzato il portavoce, Malmstrom afferma testualemnte che "in caso di afflusso massiccio" nell’Unione europea di persone provenienti dalla Libia che hanno bisogno della protezione internazionale, la Commissione "sarebbe pronta a prendere in considerazione la proposta di usare il meccanismo previsto dalla direttiva del 2001 sulla protezione temporanea". Non si tratta solo di una sfumatura: per attivare il meccanismo di protezione temporanea - che viene concessa "automaticamente" gli sfollati, provenienti da paesi e regioni in cui vi sia un conflitto armato o situazioni di massiccie e sistematiche violazioni dei diritti umani - è necessario che la Commissione presenti formalemente la proposta al Consiglio Ue, che deve poi approvarla a maggioranza qualificata. Una maggioranza che in questo momento, a quanto sostengono fonti della Commissione, non c’è. Il che significa che difficilmente la Malmstrom presenterà la proposto al Consiglio la settimana prossima. La direttiva 55 prospetta la possibilità di redistribuire fra i paesi Ue, su base volontaria, i "rifugiati temporanei" approdati massicciamente in uno più Stati membri. La protezione internazionale temporanea è valida per un anno, rinnovabile.

Italia, accoglienza da tutte le Regioni "Tutte le Regioni saranno attive nell'accoglienza dei migranti, sarà finanziato adeguatamente il Fondo per la Protezione civile e non ci saranno tendopoli. Inoltre, saranno attivate le procedure europee affinché i migranti possano defluire anche nei Paesi Ue". Lo ha detto il presidente dell'Anci, Sergio Chiamparino, al termine dell'incontro a Palazzo Chigi.

Tra Governo e Regioni è in corso la riscrittura e l'aggiornamento dell'accordo gia' siglato il 30 marzo scorso. 

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