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«Gli italiani costano troppo Quindi compro all’estero»

Pietro Lo Monaco, 55 anni, è l'amministratore delegato del Catania. L'aveva riportato in serie A dopo 23 stagioni, ora prepara la squadra per la quinta salvezza consecutiva.
In Sudafrica il calcio azzurro è morto?
«No. Abbiamo cultura e radici talmente profonde che esprimiamo comunque un prodotto di valore. In questo momento abbiamo problemi seri, la sconfitta della nazionale è pure del sistema calcio. La situazione è drammatica».
Perché?
«Produciamo un prodotto che sta diventando avariato, sfatto. Con ragazzi superpagati, neanche si sa perché prendano tanti soldi. Non è ammissibile che il 75-80% delle risorse vada ai giocatori, generando povertà, nel sistema, non ricchezza. Le casse non si rimpinguano e così tutto tende a morire, tantopiù senza la produzione di talenti all'altezza».
Come se ne esce?
«Prendiamo esempio dalla Spagna. Anni fa è stata attraversata da una crisi profondissima, era senza soldi. È partita dalla rifondazione dei vivai. Per cultura e radici, non siamo da meno».
Prim'ancora della eliminazione, il presidente federale Abete aveva suggerito di ricorrere alle naturalizzazioni, per allargare la base di reclutamento, per le nazionali.
«Non deve proporre amenità che non comprendo. Vediamo soltanto l'under 21, cosa esprime? Quanti titolari con Casiraghi giocano regolarmente anche nelle proprie squadre?».
Gli stranieri sono sempre più numerosi, il Catania nell'ultima stagione aveva ben 11 argentini, più uno slovacco, un polacco, un giapponese e un uruguayano.
«Si compra all'estero perché i giovani italiani costano troppo. Un ragazzino per evitare che emigri viene aggredito da una valanga di agenti e dirigenti, così perde di vista il valore dei compensi, è qui che si formano soggetti non all'altezza, a tutti i livelli serve un tetto agli stipendi».
Quale parte delle ricchezze viene investita per i giovani?
«Andrebbero destinate anche alle strutture, in particolar modo giovanili, invece abbiamo stadi da terzo mondo. Sono 1000 i milioni di euro che i club di serie A si dividono, il Catania ha ricavi per 28 e un bilancio in attivo.

Ai ragazzi pensa, per loro ha costruito un centro sportivo di spessore, fra 3 mesi l'inaugurazione».

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