Italiani e attività sportiva in un rapporto dell'Anifa

L'estate con le sue giornate più lunghe, il clima più favorevole e il maggior tempo a disposizione, giova alle attività fisiche e sportive ma, come dicevano gli antichi romani mens sana in corpore sano, è importante mantenersi in allenamento anche durante il resto dell'anno, nonostante il minor tempo libero. E gli italiani sembrano aver recepito se, come emerge dal Rapporto tra gli Italiani e lo Sport, dell'Associazione nazionale dell'industria farmaceutica dell'automedicazione (Anifa), quasi il 60% degli intervistati dichiara di svolgere attività fisica con regolarità.
«L'attività fisica - spiega il professor Marcello Faina, dell'Istituto di medicina e scienza dello sport del Coni - è una condizione naturale per disporre di un corpo sano ed efficiente, e andrebbe praticata almeno tre volte alla settimana, ma in maniera non consecutiva. È infatti molto importante cercare d'alternare al meglio due fasi fondamentali (esercizio fisico e fase di recupero), evitando di fare i cosiddetti “weekend warriors”, concentrando cioè l'esercizio solo nel weekend». Gli italiani sono ben consapevoli degli effetti positivi dell'attività fisica sulla salute, tanto che ben il 92% dichiara di dedicarsi allo sport per tenersi in forma e il 71% proprio per prendersi cura della propria salute. La ricerca del benessere, più che della prestanza fisica, sembra quindi essere la ragione più importante che spinge gli italiani a praticare sport. In particolare le donne, nonostante dichiarino di fare sport in media una volta a settimana rispetto alle 1,2 volte degli uomini, risultano essere più interessate alla loro salute. Al contrario, i maschi praticano attività fisica più per divertimento, magari in compagnia di amici, e ne apprezzano le dimensioni di agonismo e sfida. Oltre il 70% degli intervistati dichiara, però, di aver avuto almeno un imprevisto mentre praticava sport. E tra i piccoli incidenti che capitano più spesso vengono citati i dolori muscolari e articolari (oltre il 65%), le distorsioni (23,5%), gli ematomi (14%) e ferite o escoriazioni (12%). In questi casi, sei italiani su dieci hanno preferito ricorrere a un farmaco di automedicazione e oltre il 30% si è invece affidato al proprio medico o ha chiesto consiglio a un farmacista (quasi il 26%). «Di fronte a un imprevisto - continua il professor Faina - è necessario saper valutare la differenza tra un intervento d'urgenza, che richiede una risposta pronta ma non necessariamente immediata, e un intervento di emergenza, caso in cui è indispensabile l'intervento di un medico».
Nel caso in cui ci si trovi di fronte a un'urgenza, la cui entità può però essere valutata autonomamente, i farmaci d'automedicazione costituiscono la risposta più rapida ed efficace, purché vengano usati in maniera responsabile. Tutti i farmaci d'automedicazione sono, infatti, facilmente riconoscibili grazie al bollino rosso che sorride sulla confezione, e sono vendibili senza ricetta perché, nel loro impiego diffuso e di lungo corso, si sono dimostrati sicuri, efficaci e hanno ricevuto un'apposita autorizzazione da parte dell'autorità sanitaria.

Occorre infine ricordare che per lo «sportivo doc» è fondamentale avere sempre a portata di mano un «kit di soccorso medico», in cui non possono mancare garze e cerotti, disinfettante, ghiaccio secco e antidolorifici, e antinfiammatori per «utomedicazione.

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