Cultura e Spettacoli

Jackson, ultimo addio allo Staples Center: il mondo lo segue in tv

Decine di migliaia di fan di Michael Jackson hanno dato l'ultimo addio al Re del pop nel centro della città californiana. Portata anche la salma del cantante. Molti i vip: da Mariah Carey a Lionel Richie

Jackson, ultimo addio 
allo Staples Center: 
il mondo lo segue in tv

Los Angeles - Addio al "re del pop", addio alla superstar della musica mondiale, fra tristezza e aria kitch ("all'americana" si direbbe) sotto una luce azzurra un po' irreale, a metà strada tra una commemorazione funebre e un concerto rock, con l'emozione di una cerimonia degli Oscar, ma carica di malinconia. In diretta e in mondovisione. Per quasi due ore, gli amici di Michael Jackson, il re del pop scomparso improvvisamente all'età di 50 anni il 25 giugno, hanno reso omaggio davanti a migliaia di fan allo Staples Center di Los Angeles, in una cerimonia-concerto seguita da centinaia di milioni di persone in tutto il mondo. Così anche la morte e il doore privato sono divenuti pubblici e sembrano aver rispettato la regola del mondo dello spettacole nell'era dei media globali: lo spettacolo continua, la morte "è" spettacolo. Probabilmente un record assoluto per un evento televisivo di questo tipo.

Jacko era presente, e non soltanto attraverso le sue canzoni più famose. Interpretate nell'ordine da Mariah Carey (I'll be There dei Jackson Five), Jennifer Hudson (Will you be there), John Mayer (Human Nature), Usher (Gone too soon), Shaheen Jafargholi, il giovane prodigio dodicenne inglese che avrebbe dovuto partecipare agli show londinesi (Who's Loving You dei Jackson Five). E poi, 'We are the World', la canzone per l'Africa di Jacko e Lionel Richie, interpretata da tutti gli artisti presenti, alla fine dello show, seguita da un altro grande successi come 'Heal the Word'.

La salma di Michael, in una bara dorata, ricoperta di gladioli rossi, si trovava alla base del palcoscenico, tra numerose corone di fiori. Michael Jackson è entrato nello Staples Center intorno alle 10.30 (le 19:30 italiano), accompagnato dalle note di un famoso gospel, un Alleluia intitolato 'We are going to see the King'. Una ventina di minuti prima, Smokey Robinson aveva letto due messaggi. Il primo della cantante ed amica di Jacko Diana Ross, che non è potuta venire. Il secondo dell'ex presidente del Sudafrica, Nelson Mandela.

In prima fila c'era la famiglia di Michael, tra cui i tre figli del cantante, quasi impassibili, e la madre Katherine, che hanno fine hanno cantato anche loro. Gli uomini erano vestiti alla Jacko, con un guanto argentato sulla mano sinistra (solo il padre Joe aveva il guanto a destra), una cravatta gialla, una rosa rossa sul bavero. Uno dei momento più intensi è stato quando ha preso la parola l'attrice Brooke Shields, che lo ha ricordato tra le lacrime.

L'emozione è stata molto forte anche quando uno dei fratelli di Michael, Jermaine Jackson, è salito sul palco, per interpretare la canzone preferita del fratello scomparso: 'Smile', il tema de 'I Tempi Moderni' di Charlie Chaplin, una composizione dello stesso Charlot, una delle 'cover' più interpretate della musica contemporanea. Il momento più triste è stato il finale, quanto tutta la famiglia Jackson al completo, è salita sul palco, per l'ultimo saluto.

Le lacrime di Paris Ha preso brevemente la parola anche la piccola Paris Katherine, 11 anni, la figlia di Jacko, che tra le lacrime e i singhiozzi, lo ha definito "il migliore dei padri". Numerose le star presenti, e non tutte del mondo della musica. Jacko è stato ricordato dai cestisti Kobe Bryant e Magic Johnson, dalle attrici Brooke Shields e Queen Latifah, dal reverendo Al Sharpton, dai figli di Martin Luther King, Martin Luther III e Bernice. Prima di giungere allo Staples Center, in un corteo di numerose limousine nere, la bara di Jackson si trovava al cimitero di Forest Lawn, dove si è svolta una breve cerimonia funebre, riservata esclusivamente ai familiari.

Il dolore dei fan Un piccolo popolo ordinato, composto e silenzioso si presenta allo Staples Center prima dell'alba: chi ha i biglietti è incredulo di poter dare l'ultimo saluto al Re del Pop, chi è senza spera fino alla fine di riuscire a entrare. La polizia dà informazioni, ma altrettanto fermamente respinge chi non ha il tagliando. I venditori ambulanti, con magliette, spille, foto e cappelli, affollano i pressi delle barricate erette dalle forze dell'ordine. Già prima delle sette del mattino centinaia di persone affollano l'area. Arrivano da ogni dove negli Stati Uniti e molti da oltreoceano: una ragazza spagnola da poche ore in città per essere vicino al suo idolo, Michael Jackson, riesce ad acquistare un biglietto per 250 dollari. Anche un ragazzo di Tokyo ce la fa: per lui 350 dollari sborsati al termine di una trattativa condotta in un inglese stentato. Ma c'é anche chi, raccontando il proprio viaggio, ottiene dei biglietti gratuitamente: due amiche arrivate da Denver sono state ambedue sorteggiate e ora di trovano con quattro tagliandi. Due hanno deciso di regalarli e così fanno, lasciandosi poi baciare e abbracciare dai forunati dell'ultima ora, tra cui una ragazza di San Francisc

L'ingresso allo Staples Center è ordinato: una lunga fila per i controlli: i fan si scambiano impressioni e commentando le ultime indiscrezioni su Jackson. In molti sono commossi, alcuni non riescono a trattenere le lacrime, fra gioia e dolore. Poi l'ingresso nell'arena, dove si susseguono le note dei successi di Michael Jackson. Intorno alle nove del mattino lo Staples Center è quasi pieno: e l'attesa cresce fra una palpabile emozione e telefonate ad amici e parenti per sapere se é terminato il funerale privato e la bara sarà presente o meno alla cerimonia. Dalle dieci meno dieci, l'organizzazione ripetutamente invita a guadagnare il proprio posto a sedere. La febbre sale: in molti gridano 'Michael I Love' all'interno dello stadio. La domanda più ricorrente, e d'obbligo data la fama mondiale di Jackson, che i fan si scambiano è: "da dove vieni?". Londra, New York, Tokyo, Dallas, Città del Messico, Valladolid. E, ovviamente, Los Angeles.

"E' triste essere qui e soprattutto pensare che, non avendo mai avuto occasione di vedere un suo concerto, questa è l'unica e ultima volta che lo vedremo", raccontano due ragazze americane in un palco Vip, sedute accanto a una coppia canadese, una signora dell'Ohio, una spagnola, un giapponese e due messicane. "Ho deciso di farmi rimborsare il biglietto di Londra e di utilizzare i soldi per venire qui", afferma una ragazza belga, fra le lacrime: "Da quando ho preso in mano in biglietto non riesco a smettere di piangere" dice. "Ora chissà quando me lo toglier' questo braccialetto".

L'ingresso della famiglia Jackson è salutato da uno scrosciante applauso e da singhiozzi che, di fronte alla presenza dei tre figli del cantante, non riescono più a fermarsi. E che con la comparsa della bara dorata, con sopra un fascio di rose rosse, si trasformano in un fiume incontenibile di lacrime. Lacrime che scendono per tutta la commemorazione rotte, solo per brevi istanti, da applausi e soprattutto dal racconto di episodi divertenti della vita di Jackson. Il racconto di Magic Jonhson ("Michael che mangia il Kentucky Fried Chicken"), quello di una Brooke Shields, salita sul palco con una voce spezzata. Il reverendo Al Sharpton sale sul palco e ringrazia Jackson, per aver contribuito ad abbattere le barriere razziali, per aver facilitato la vita degli afro-americani e per spianato la strada alla nomina da Barack Obama presidente degli Usa: le 20.000 persone che affollano l'arena sono tutte in piedi, piovono gli appalusi. La cerimonia dopo oltre due ore si avvicina alla conclusione.

Sul palco sale il presidente di Aeg, la promotrice del tour londinese di Jackson e proprietaria dello Staples Center. E' il momento più toccante: vengono cantate 'We are the World' e 'Heal the World'. Sul palco salgono tutti i fratelli Jackson, ma anche i tre figli del Re del Pop, che hanno assistito dalla prima fila all'evento seduti accanto a Katrine e alla sorella di Jackson Latoya. La musica cessa, Jermaine Jackson (che si è esibito nel corso della cerimonia nella canzone preferita da Michael, 'Smile') prende la parola, ringrazia tutti. Il pubblico è tutto in piedi: dopo un attimo di pausa viene annunciato che anche Janet Jackson vuole parlare: il microfono viene abbassato, ma a prenderlo in mano è una della figlie di Jackson che, fra le lacrime, dichiara all'intero mondo (la cerimonia è stata trasmessa in diretta in mondovisione) quanto amava suo padre e quanto le è stato accanto sin dal momento in cui è nata. Il palco si svuota. I fratelli di Jackson si avvicinano alla bara per l'ultima uscita da uno stadio di Michael.

La folla è in piedi, applaude per le"ultima volta il Re del Pop, definizione secondo Barry Gordon della Motowns troppo restrittiva: "E' stato il maggior intrattenitore di tutti i tempi".

E le 20 mila persone dello Staples Center, e probabilmente altre centinaia di migliaia nel mondo sono d'accordo.

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