Jaeger-LeCoultre e i suoi mestieri d'arte

La Maison ha riunito in un unico spazio i 30 artigiani che danno vita a straordinari capolavori di «gravure à la main» e smaltatura

Fabrizio Rinversi

Fondata nel 1833 da Antoine LeCoultre, a Le Sentier, Jaeger-LeCoultre, da un secolo e mezzo, è la più grande Casa orologiera della Vallée de Joux, dedita a quest'arte già dalla metà del 1700. Infatti, a partire dal 1866, Antoine, pioniere nel DNA, superò il sistema produttivo vigente all'epoca, denominato «établissage», che strutturava la produzione dei vari elementi del movimento a domicilio, riunendo man mano sotto lo stesso tetto gli artigiani specializzati nella fabbricazione dei diversi componenti. Intuì l'inevitabilità di macchine specifiche a garanzia della precisione della lavorazione (ricordiamo la sua invenzione, nel 1844, del Milionometro, in grado di misurare il micron), unitamente alle capacità artigianali e avviò progettazione e sviluppo di calibri complicati. Nel 1888 la Manifattura contava 480 addetti, gli atelier furono ingranditi e dotati di elettricità e la allora LeCoultre & Cie, divenne per tutti la «Grande Maison». Oggi, nulla sembra essere cambiato, raggiungendo Le Sentier, se non che sono divenute 1.300 le persone che lavorano «sotto lo stesso tetto» che, a partire dal 1866, ha subito più di una decina di ampliamenti (degni di nota quello avvenuto alla fine degli anni '90, di 5.000 mq e quello del 2009, di ben 9.000 mq); l'archivio dei calibri realizzati in-house ora supera le 1.200 unità, 400 i brevetti e sono ben 180 i mestieri esercitati. Da non dimenticare, in omaggio al fondatore, l'inaugurazione, nel 2013, della Maison d'Antoine, circa 200 mq, dedicata soprattutto ai collezionisti, in cui si tengono incontri, riunioni e seminari. Numeri che impressionano, ma è sufficiente avventurarsi nel dedalo di corridoi, scale, reparti dopo reparti (ognuno dei quali, all'entrata, presenta il nome, il volto e il ruolo degli addetti), per capire che è tutto vero.

Esempi significativi sono le 8 operazioni necessarie, dallo stampo, al taglio alla lucidatura, per comporre perfettamente le 50 parti della cassa Reverso, partendo da un blocco di metallo grezzo, oppure, entrando nella Divisione Grandi Complicazioni, osservare la straordinaria evoluzione delle 4 generazioni del Gyrotourbillon (progetto tecnico iniziato nel 2004), portato da 21.600 alternanze/ora a 28.800, passando attraverso la spirale cilindrica a doppia curvatura Breguet (2008), la spirale sferica e la gabbia rotante su cuscinetti a sfera in ceramica (2013), fino ad arrivare alla spirale semisferica su movimento più sottile dell'ultima edizione 2016.

E, ancora, solo recentemente la Maison ha riunito in un unico grande spazio l'esecuzione dei «mestieri d'arte», dove 30 artigiani, su banchi rigorosamente in legno e separati solo da pannelli di vetro, danno vita a capolavori straordinari di «gravure à la main» e guillochage (sono impiegati macchinari storici d'inizio XX secolo, ancora efficacissimi), scheletratura e decoro, smaltatura (rigorosamente Grand Feu, secondo le tecniche di miniatura, champléve, cloisonné con non meno di 22 passaggi al forno a 800° per il processo di vetrificazione) e incastonatura (d'effetto quella «a binario» e «a neve» con castoni a scomparsa). Infine, basta fare un salto al Museo per osservare il primo Reverso del 1931, non c'è bisogno d'altro

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