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Karzai ai talebani: costruiamo la pace

Il presidente afgano invita i talebani deporre le armi e a partecipare al processo di pace nel Paese: "Lavoriamo insieme per un governo di unità che rappresenti tutti". Ma i talebani chiudono: "La vera decisione è stata presa a Washington e solo annunciata in Afghanistan"

Karzai ai talebani: costruiamo la pace

Kabul - I talebani depongano le armi e partecipino al processo di pace nel Paese. E' questo l'appello del presidente afgano Hamid Karzai, nel primo intervento dopo la rielezione: "Tenteremo di portare la pace in tutto il Paese. Chiediamo ai nostri fratelli talebani di tornare in Afghanistan in questo ambito, e su questo chiediamo l'assistenza e la cooperazione della comunità internazionale". La pace sarà possibile "quando tutti gli afgani saranno uniti e parleranno con una sola voce, lavorando insieme per un governo di unità che rappresenti tutti", ha aggiunto il presidente.

Verso un governo inclusivo Karzai ha promesso un governo "inclusivo" nel corso del suo discorso dopo la vittoria elettorale, "nel quale nessun afghano si sentirà distante". "Nessuno si sentirà distante in questo processo, e tutti noi saremo parte del governo afghano", ha detto Karzai nel discorso trasmesso in televisione. "Tenere il secondo turno sarebbe stato meglio per il Paese", ha poi sottolineato il presidente, che dopo il rifiuto dello sfidante Abdullah Abdullah ti partecipare al ballottaggio, è stato ieri riconfermato alla carica di capo di Stato.

Le accuse dei talebani "La vera decisione degli affari afgani è stata presa a Washington e solo annunciata in Afghanistan", hanno accusato i talebani in una prima reazione alla cancellazione ieri del ballottaggio presidenziale e alla proclamazione della vittoria del presidente Hamid Karzai. In un comunicato in cui chiedono alla nazione afghana di essere "unita contro i nemici e la cospirazione", i talebani esortano inoltre il popolo afghano a lottare per la realizzazione di un governo islamico.

Nei giorni scorsi i talebani avevano minacciato di compiere diffuse violenze contro il secondo turno delle elezioni presidenziali, e la settimana scorsa hanno attaccato un hotel dove erano ospitato personale delle Nazioni Unite, uccidendo cinque funzionari dell'Onu e ferendone altri nove.

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