Roma

«L’Agenzia delle entrate evade la Tari»

Un milione e 736mila euro. A tanto ammonterebbe l’evasione fiscale dell’Agenzia delle Entrate per il pagamento della tariffa sui rifiuti solidi urbani (Tari). Si tratterebbe di un buco negli incassi dell’Ama, la società che gestisce la raccolta e il trattamento dei rifiuti nella capitale, di certo non irrilevante. Ma non finisce qui: anche l’Agenzia del Demanio sarebbe morosa nei confronti dei consorzi di bonifica di Roma e provincia per oltre 7 milioni, di cui 4 solo di spese per ritardato pagamento. La denuncia dei due casi arriva dal senatore di An Andrea Augello che ieri, assieme al candidato sindaco del Pdl Gianni Alemanno e al candidato vicesindaco Mauro Cutrufo, ha presentato le prove della presunta evasione. Il tutto comincia qualche giorno fa: il senatore di An, davanti ai numeri dell’Ama, decide di prendere carta e penna e presentare un’interrogazione parlamentare al ministro del Tesoro Tommaso Padoa Schioppa, chiedendo una verifica della situazione. Risultato: l’Agenzia delle Entrate nega e smentisce tutti i presunti illeciti. Ma Augello non si arrende e presenta una nuova interrogazione al ministro del Tesoro, «allegando questa volta i numeri identificativi di iscrizione al ruolo presso la Gerit (la società responsabile per la riscossione delle morosità, ndr) relativi agli ultimi anni» il cui totale, appunto, ammonta a 1,7 milioni di euro. Il secondo caso riguarda una «presunta evasione» per il mancato pagamento delle quote dovute ai Consorzi di bonifica di Roma e Provincia, da parte dell’Agenzia del Demanio. «Presso la Gerit - spiega Augello - risultano addirittura 7 milioni di euro di morosità. La cosa più grave è che 4 milioni e 341mila euro costituiscono spese di mora per il ritardo del pagamento».
«Questo caso - commenta Alemanno - rappresenta l’ennesimo colpo di scena nella telenovela delle cartelle pazze nella nostra città». Se avesse ragione l’Ama, «ci troveremmo di fronte al paradosso di un’Agenzia delle Entrate colpevole di evasione fiscale». Ma se fosse l’Agenzia delle Entrate ad aver subito un’indebita iscrizione al ruolo per tariffe non dovute, «la cosa non mi stupirebbe», aggiunge Alemanno. «La differenza è che ai cittadini sono state ipotecate le case e bloccate le autovetture, mentre l’Agenzia delle Entrate e quella del Demanio se la caveranno certamente meglio».

Intanto, anche se la confusione sui dati regna sovrana, la città di Roma continua ad avere una Tari più alta rispetto a tutte le altre grandi città italiane, con l’eccezione di Venezia, dove la tariffa sui rifiuti per 4 persone in 80 metri quadrati - chiosano i due parlamentari di An - è pari a 242 euro l’anno, contro i 240 di Roma, i 226 di Napoli, i 210 di Milano».

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