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L’allarme di Manganelli: «Polizia senza risorse»

Nel primo discorso ufficiale il capo delle forze dell’ordine denuncia carenze «vergognose»

L’allarme di Manganelli: «Polizia senza risorse»

da Roma

Un abbraccio sulle scale dell’Altare della Patria, dove entrambi hanno voluto portare una corona d’alloro passando insieme davanti al picchetto d’onore. Reciproche parole di apprezzamento nel corso della cerimonia alla Scuola superiore di Polizia, per dimostrare come il cambio delle consegne tra Gianni De Gennaro, capo della polizia in uscita, e Ninni Manganelli, nuovo capo appena nominato dal governo Prodi, avviene sotto il segno della più ampia continuità. «Dobbiamo essere orgogliosi di aver avuto un grande capo della Polizia» ha subito detto Ninni Manganelli, aggettivando con le parole «onestà profonda, senso dello Stato, dedizione incondizionata, lealtà» il suo ex-capo. Che da parte sua non si è risparmiato a mettere in evidenza «le qualità morali e professionali del suo successore». Sottolineando il rapporto che da oltre 25 anni lo unisce a Manganelli: «Anni di rischi, successi, sofferenze, soddisfazioni e dolori» ha rimarcato Gianni De Gennaro, di cui Manganelli è sempre stato il vice.
Finito il rito, il nuovo capo della polizia ha voluto subito entrare nel merito, rimarcando così l’aspetto pragmatico che ha sempre caratterizzato il suo lavoro. E dopo aver detto che «le nostre risorse finanziarie vanno impiegate al meglio per rendere più incisive le nostre azioni di contrasto e prevenzione nella lotta al crimine e alla legalità» ha immediatamente messo in evidenza che «le risorse finanziarie, logistiche e strumentali di cui disponiamo sono purtroppo decrescenti». Aggiungendo un significativo «vergognosamente decrescenti». Manganelli ha anche parlato di «sicurezza partecipata», uno dei suoi cavalli di battaglia, spiegando che «la cultura del coordinamento, dello stare insieme, da noi inizialmente coltivata con pazienza e perseveranza nel recinto interforze, è entrata anche nel rapporto tra istituzioni nazionali della sicurezza e le diverse espressioni della società civile, soprattutto regioni e comuni». E ha fatto cenno ai recenti patti per la sicurezza delle grandi città, firmati dagli enti locali e dal ministero dell’Interno.
Da parte sua il ministro Amato, presente alla cerimonia, ha sottolineato come Manganelli, atteso da un compito molto difficile, «sarà all’altezza. Il Paese ha messo il ruolo di capo della polizia nelle mani giuste». E ricordando come sia stato lui sette anni fa, da presidente del Consiglio, a contribuire alla nomina di De Gennaro, adesso si trova ad essere il protagonista del nuovo corso della Polizia: «Allora feci un’ottima scelta, così come è quella di oggi. La prossima volta non ci sarò, ma mi piacerebbe fosse una donna, viste che sono tante quelle che si distinguono all’interno della Polizia». Si tratta di «lacrime di coccodrillo» per Maura Leddi deputato della Margherita e Loredana De Petris, dei Verdi: «Chi ha il potere di aprire i giusti spazi per le donne ha il dovere di farlo, non di dirlo».
Oggi Ninni Manganelli è già al lavoro con la sua prima audizione in Parlamento. Verrà infatti sentito sui temi della sicurezza dalla commissione affari costituzionali del Senato.

Gianni De Gennaro dovrà soltanto spostarsi di stanza per andare a occupare la poltrona di capogabinetto del ministro Amato.

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