L’emendamento 1707 era mal fatto Ma non salva-pedofili

In questi giorni alcuni conoscenti di sinistra hanno gridato allo scandalo dopo aver saputo della presentazione in Senato dell’«Emendamento 1707» subito ribattezzato «salva pedofili» come a voler dare un tono di drammaticità a tutto quello che fa l’odiatissimo (da loro) governo. È come quando si parla di legge «ad personam» o di legge «salva Previti» o di legge «salva liste». Insomma, secondo la sinistra il governo Berlusconi vuole sempre salvare qualcuno. A parte questa indubbia abilità del distogliere l’attenzione dei cittadini dai contenuti delle leggi approvate, poco fa ho cercato su internet informazioni maggiori su questo Emendamento 1707. Le prime 2 o 3 pagine che escono su Google, portano decine di link di siti internet di sinistra, fatti abilmente da persone che evidentemente non lavorano e che passano il loro tempo a seminare odio verso - ma che strano! - Silvio Berlusconi. Dato che io a queste fonti non voglio nemmeno avvicinarmi per non avvelenarmi, vorrei sapere dove posso trovare delle informazioni imparziali su questo Emendamento 1707, considerando che ho poco tempo a disposizione ma molta voglia di aggiornarmi. L’aver trovato così tanti siti ricchi di commenti dallo stile sovietico mi fa infine pensare a due cose: la prima è che l’informazione è in mano ai sinistri; la seconda è che il linguaggio che mediamente viene usato indica idee poco chiare e odio verso il nemico molto elevato.
Milano

La «campagna» sinceramente democratica contro l’emendamento 1707 è una delle tante eruttazioni dell’antiberlusconismo viscerale (appunto), ormai ridottosi a raschiare il barile. Dalle bombarde d’un tempo gli antiberlusconiani sono passati ai petardi e anche questi, come quelle, bagnati. Quell’emendamento, infatti, non è più oggetto dell’ennesima «battaglia civile» e non tanto perché è stato ritirato: l’accusa che fosse un inghippo salva pedofili era infatti così campata in aria da non poter essere sostenuta nemmeno tra il “Popolo viola”, che pure è di bocca assai buona. Va però detto, caro Barbieri Carones, che l’emendamento 1707, col quale si intendeva aggiornare l’articolo 380 del Codice di procedura penale, era formulato coi piedi. Troppo equivoco, troppo ambiguo e troppo vago per poter figurare in un Codice. E i sei firmatari del Pdl e della Lega - Gasparri, Bricolo, Quagliariello, Centaro, Berselli, Mazzatorta e Divina - avrebbero fatto bene a non presentarlo, così com’era (e uno dei firmatari, del quale taccio il nome per carità di patria, avrebbe fatto benissimo a non giustificarsi sostenendo che «le leggi che noi stessi votiamo non le capiamo bene. Leggere le leggi è uno sforzo evidente». Chi è chiamato dal popolo a legiferare - il Parlamento detiene il potere legislativo, lo sanno anche i bambini - ha l’obbligo di capire e ove necessario di sforzarsi di capire quel che fa). Resta il fatto che anche così mal congetturato e anche forzando l’interpretazione il 1707 non poteva dirsi un emendamento salva pedofili. L’intento dei diciamo così legislatori era quello di armonizzare l’articolo 380 del Codice che prevede l’arresto in flagranza per la violenza sessuale escludendo però (dall’arresto, non dalla denuncia) i casi di minore gravità. Diventati reato anche gli atti (cosa diversa dalla violenza) sessuali con minorenni, con conseguente obbligo di arresto in flagranza, l’emendamento mirava appunto ad aggiungere la clausola di esclusione già prevista per la violenza sessuale. In sostanza, caro Barbieri Carones, il 1707 aveva come scopo evitare che due sedicenni sorpresi a sbaciucchiarsi finissero dritti dritti in galera. Tutto qui.

Una volta riscritto in bella copia, l’emendamento sarà ripresentato è c’è da mettere la mano sul fuoco che voterà a favore la sinistra, molto sensibile agli sbaciucchiamenti della giovine Italia.

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