Cronache

L’ex ospedale diventa auditorium e residenze L’opposizione insorge: «Speculazione edilizia»

A qualcuno toglie il sonno questo spettacolo d'Auditorium della musica, recupero facciata neoclassica e allure da mitteleuropa, che il buon De Marchi, sindaco della Santa Margherita Ligure sulle barricate del progresso progressista, ha più che immaginato sulle vestigia del Vecchio Ospedale. Brutti pensieri per la minoranza che, nel consiglio lungo-lunghissimo di lunedì, dosi massicce di caffè nero bollente, non ha votato la «demolizione e ricostruzione con ampliamento e cambio di destinazione d'uso in residenziale del fabbricato ad uso non abitativo» (ex Vecchio Ospedale) e se n'è uscita con sdegno dall'aula, lasciando il rinnovamento alle sole mani alzate della maggioranza. Ci pensa De Marchi a raccontare il progetto della Laurum srl che prevede Auditorium, 24 appartamenti in diritto di superficie (che tra 90 anni saranno dei Pii Istituti Riuniti) di cui 8 con una convenzione che li destina a residenti, e altri 14 tutti della Laurum, più 120 box. Mica ci riusciva il Comune a farsi l'Auditorium da solo ed offrire residenzialità: il privato ha tratteggiato uno scenario e ha chiesto il placet al consiglio da un punto di vista urbanistico, tutto qua. E se a nobilitare spetta all'architetto Domingo Tonini, a sparare ad altezza uomo ci pensa il consigliere Bottino che acchiappa la scena e non la molla neanche alle 2 suonate, neanche dopo che l'ambaradan è stato votato all'unanimità dai presenti, neanche dopo il tentativo del sindaco di continuare la sera dopo.
Troppo delicata la faccenda e Bottino schiuma: «Il privato partecipa alla gara, nel 2002 fa un'offerta e compra il terreno dalle Opere Pie con destinazione turistico alberghiera - dettaglia - Poi arriva la legge-casa, il privato rifà il progetto e noi gli diamo subito il cambio di destinazione consentendogli un incremento volumetrico del 35 per cento. Possibile questo cambio repentino? E quelli che allora hanno perso la gara?». Ha voglia De Marchi a spiegare che «il peccato originale nasce dall'allora piano regolatore, che le Opere Pie hanno dovute scegliere in funzione di quello» e ad ammettere che «un sacrificio in termini contrattuale ci sta a fronte di tanta riqualificazione». Macché, Bottino resiste, ripete che repetita iuvant, cassa il G.B.Raggi che un po' di corsa fa due conti e dimostra che se il privato ci può guadagnare un 10 milioni, il Comune alla lunga almeno il doppio, e sentenzia: «Non voto perché ho sospetti»; e pazienza se De Marchi ha letto anche il parere legale. Non c'entra, la confutazione è politica.

Si doveva solo votare la congruenza d'una variante urbanistica, ma l'intera faccenda era più che buona da masticare in salsa sammargheritese, con De Marchi a pensare in «classica» e la minoranza a ragionar sui metri che cubano vista mare.

Commenti