Cronaca locale

«L’incidente? Colpa di una volpe». La Cassazione gli dà ragione

Alberto A., titolare di un’impresa di commercio di carta ad Ancona, il 9 settembre 1998 guidava in direzione di Livagra - comune lodigiano -, quando per evitare una volpe si schiantò contro un guard rail, causando gravi danni al veicolo aziendale e soprattutto forti contusioni a se stesso. Per essere rimborsato da Autostrade per l’Italia è dovuto arrivare fino alla Cassazione. La Suprema corte gli riconosce una ragione. Ma ora è ancora in attesa del giudizio del tribunale d’appello civile di Milano. Come riportato dal quotidiano il Cittadino di Lodi, l’imprenditore dichiarò il fatto alla polizia stradale e fece mettere a verbale di aver perso il controllo del veicolo per evitare la volpe ferma sulla seconda corsia. Chiese quindi un risarcimento ad Autostrade per l’Italia, istanza approdata al tribunale civile di Lodi.
Come è finita? Ebbene, nonostate siano passati tredici anni, non è ancora finita. Dopo i rituali tre gradi di giudizio, ora siamo tornati al Tribunale d’appello civile di Milano. Perché... Il 16 luglio 2002 il tribunale di Lodi respinge la richiesta dell’automobilista, dal momento che Autostrade per l’Italia ritiene che la presenza di quell’animale fosse «un fatto eccezionale e imprevedibile», e che quindi l’uomo non avesse diritto a nulla.
Alberto A. non si arrende e ricorre in appello al Tribunale civile di Milano. Il giudice di secondo grado respinge ancora una volta la richiesta di risarcimento per mancanza di chiarezza sulla dinamica del sinistro. Secondo il giudice non era del tutto lampante se si fosse trattato di una volpe o di un «animale simile a un cane e dal pelo rossiccio», benché l’Ufficio caccia di Lodi avesse attestato in una nota la presenza di volpi nella zona di Livagra nel periodo in cui avvenne l’incidente. Terza fase. Cassazione. Che esprime un giudizio a favore dell’imprenditore, ritenendo che le autostrade siano «per loro natura destinate alla percorrenza veloce in condizione di sicurezza» e che quindi il conducente di un veicolo abbia diritto di essere tutelato. Ora si attende la nuova sentenza milanese..

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