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L’Inter proprio non va? Colpa degli arbitri L'accusa di Gasperini: "Errori pesanti"

Stasera l'Inter è impegnata a Novara. Una sfida che vale il posto per il tecnico nerazzurro. Che sugli errori degli arbitri dice: "Meglio stendere un velo pietoso". In campo dal primo minuto il bomber Pazzini. Da Piola al sintetico: il gran giorno atteso da 55 anni

L’Inter proprio non va? Colpa degli arbitri  
L'accusa di Gasperini: "Errori pesanti"

nostro inviato ad Appiano Gentile

Adesso se la prende con gli arbitri: Gasperini, non l’Inter. Non è una buona notizia. Tipica di un allenatore che non sa più dove girarsi senza prendere musate. Dice: «Ci sono stati episodi sui quali è stato messo un velo pietoso. Si è preferito dire nulla, niente di niente, quindi va bene così. I risultati avrebbero potuto essere diversi». Classico dell’audacia: lanciare il sasso e tirar indietro la mano. Può andare bene nei discorsi da bar, là dove capiscono tutto. Invece con i giornalisti che, evidentemente, capiscono poco («Contro l’Inter sempre critica e cattiveria in più») è necessario spiegare ed allora ha allungato due-tre idee: «La mano di Migliaccio a Palermo, il gol in fuorigioco dei turchi, il fallo da rigore su Sneijder contro la Roma....Senza pensare nulla di torbido, però...». Certo, anche se Samuel fosse stato espulso a Palermo o Lucio contro la Roma, sarebbe stato peggio. Senza pensare nulla di torbido.... Ma quella frase «si è preferito dir niente...» fa intendere qualche differenza di vedute sulla strategia della società.
Inutile: quando Gasperini vuole fare il Mourinho ne esce con un autogol o quasi. Meglio continui a fare il Gasperini, anche se Milano non ha ancora capito chi sia o quanto sia bravo il suddetto allenatore. Che l’Inter sia davvero una cosa più grande di lui? Per dimostrare il contrario gli resta poco tempo. Anche la statistica tira contro. Il suo punto in classifica è il raccolto peggiore degli ultimi 30 anni interisti, solo Radice era rimasto a zero (’83-84) dopo due partite. E stasera è un altro giro di roulette (ormai russa): serve vincere, senza altra scelta. Poi si vedrà. Gasperini cammina sui carboni ardenti. Che fare? Basterebbe portar l’Inter a giocare meglio e rischiare meno, magari prenderci con la formazione e il modulo, segnare gol con quel tanto che viene prodotto. Contro la Roma le occasioni ci sono state, perchè dimenticarlo? Ma lui annaspa, cerca la luce a tentoni. Allora che fare? Innanzitutto ringraziare Moratti, che poi è quello che ha acceso il fuoco. Gentile, ma talvolta spietato a dispetto delle apparenze. «Lo sento spessissimo», racconta l’allenatore. «Mi dà una grande spinta a portare avanti le mie idee, a differenza di ciò che si può pensare. Di questo lo ringrazio moltissimo».
Bene, anche se c’è spinta e spinta. Il presidente ha preso tempo. Alla lunga anche lui è sfiancato dal continuo cambiare facce in panchina. Ma l’Inter è questa: degradata (in senso militare) rispetto alla grande che fu alla luce degli ultimi risultati, deteriorata a centrocampo, difensivamente con gli stessi difetti del passato, prosciugata da Mourinho, perfettamente vivisezionata, l’anno passato, da Benitez al quale nessuno volle dare ascolto. Tutti preferirono tirar contro l’usurpatore della panca del profeta. Invece sarebbe stato meglio prendere appunti. Tutti si sono fidati di quel gruppo di potere del centrocampo. Senza cercare sostituti di valore. Oggi la realtà è chiara: il problema sta là in mezzo. Gasperini lo sta dicendo con le buone maniere. «Il mercato è stato diverso da come ci attendevamo, la squadra è cambiata, ma la strada imboccata è giusta, bisogna proseguire nel dimostrare solidità. In Champions c’è stata necessità di un passo indietro nel modulo. Poi la squadra si è mostrata più favorevole ad altre soluzioni e allora batteremo con convinzione su quell’idea. L’Inter sta crescendo velocemente, ora ci servono i risultati».
Per tacitare il rumor di popolo, stavolta sarà in campo Pazzini. «Ma sono pronti anche Chivu, Stankovic e Sneijder», ha annunciato il tecnico prima di vederli in campo. L’olandese e il terzino sono pronti all’uso. Il centrocampista invece resta ancora fermo. Unico dubbio fra Zarate e Forlan in attacco. Il campo sintetico sarà un’altra novità per l’Inter e gli interisti. «Io preferisco sempre giocare sull’erba». Lo psicodramma è nell’aria. Serve affrontare il Novara come fosse una finale. I giocatori sono discretamente abituati al problema. Il tecnico? «Io le gioco tutte come una finale». Per ora ne ha perse tre. Numero perfetto... per perdere il posto.

E l’anno passato, in serie B, il Novara ha perso una volta sola.

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