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L’ippica tiene alto il «made in Italy» nonostante la crisi

L’incontro della settimana scorsa fra il commissario dell’Unire, Tiziano Baggio, e il ministro delle Politiche agricole, Giancarlo Galan, è servito, se non a schiarire l’orizzonte, almeno a mettere le carte in tavola. La situazione economica in cui versa l’ippica di casa nostra è drammatica e il governo deve fare la sua parte. Giancarlo Galan, uomo troppo intelligente per fermarsi a giudizi prematuri, deve aver capito che l’ippica non pretende elemosine, ma un sacrosanto risarcimento per tutti i torti subiti nell’ultimo decennio. È assolutamente prioritario, quindi, che almeno venga approvato in tempi brevissimi il bilancio di previsione per sbloccare quei fondi indispensabili per tentare un rilancio del settore. Dall’Irlanda rimbalza, intanto, una notizia che fa pensare. Il Governo locale, infatti, ha confermato recentemente l’intenzione di voler tassare i bookmakers e le società di scommesse online attraverso un sistema di licenze che gli operatori esteri dovranno rispettare qualora volessero operare nel Paese. I fondi raccolti da questo sistema di tassazione contribuiranno a sostenere il settore ippico irlandese. Uno spunto interessante che potrebbe diventare materia di studio anche per il nostro Governo.
Intanto l’ippica, espressione più alta dell’agricoltura, continua a fare la propria parte in campo internazionale con risultati che nobilitano il «made in Italy». Il divino Varenne, il trottatore più forte che abbia mai calcato le piste del pianeta, domani compie quindici anni e ha voluto farsi un regalo speciale: la sua splendida figlia Lisa America ha vinto l’Oslo Grand Prix all’ippodromo di Bjerke. Si tratta del primo successo di un prodotto del nostro allevamento nella prestigiosa corsa norvegese. La figlia di Varenne, guidata dal finlandese Jorma Kontio, ha concluso nel tempo di 1’11”7 dominando lo svedese Maharajah, grande favorito e considerato uno dei più forti trottatori del continente. Un successo che non può non inorgoglire l’allevamento italiano del trotto che non teme rivali nel mondo grazie soprattutto alla professionalità dei nostri allevatori e agli investimenti di imprenditori italiani capaci di portare nel nostro Paese non pochi dei migliori stalloni del pianeta.
Nel fine settimana appena trascorso anche il galoppo tricolore si è battuto con onore, anche se in questo settore il coefficiente di difficoltà è ben più elevato e ci dobbiamo scontrare in una lotta impari contro potenze economiche di straripante superiorità. In questa ottica, che è poi la dura legge del mercato, va vista la vendita del 3 anni Orpen Shadow, uno dei nostri puledri di punta, allo sceicco Hamdan al Maktoum. Quest’ultimo, sempre dall’allenatore Bruno Grizzetti con il quale ha anche un rapporto di sincera amicizia, aveva acquistato lo scorso anno l’eccellente indigena Joanna, capace di correre da protagonista domenica a Longchamp nelle Poule dove si è piazzata terza dopo averci dato l’illusione di vincere a cento metri dal palo. L’Italia che galoppa si aspettava qualcosa di più dal «Presidente della Repubblica» che domenica alle Capannelle ha laureato a sorpresa ma con pieno merito il tedesco Querari, in grado di battere nettamente allo speed il nostro Voilà Ici che godeva dei favori del pronostico. Una sconfitta magari inaspettata - Querari è comunque un cavallo in grande ascesa che sicuramente farà ancora parlare parecchio di sé - ma che fa uscire in ogni caso con onore il nostro allevamento da questa importante prova di Gruppo 1.

Oltre al posto d’onore di Voilà Ici, infatti, possiamo vantare il terzo di Pressing, soggetto di riconosciuti meriti internazionali.

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