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"L’Udinese non è da scudetto La sfida è fare la Champions"

Il patron friulano un po’ si nasconde e un po’ svela le ambizioni della capolista "Guidolin è bravissimo, ma non pensavo di essere primo a metà campionato

"L’Udinese non è da scudetto  La sfida è fare la Champions"

Presidente Pozzo, che aria si respira al vertice della classifica?
"Si sta bene, la squadra è buona, di sicuro stiamo facendo un bel campionato, ma non mi sarei mai aspettato di essere primo alla 15ª giornata. Stiamo cauti, non pensiamo allo scudetto, non abbiamo la possibilità materiale di vincerlo, anche perché la Coppa d’Africa ci porterà via in gennaio e febbraio tre pedine base come Benatia, Asamoha e Badu".


L’Udinese è la squadra che nel 2011 ha vinto di più, 22 volte su 35 incontri, un successo più del Milan, conquistando 73 punti, e lei non pensa allo scudetto?
"Assieme a noi ci sono squadroni, l’Inter sta recuperando e ha la rosa più forte e poi non mancherà la solita sorpresa".
Che potrebbe essere proprio l’Udinese.
"Da un pezzo veleggiamo nei quartieri alti e il secondo posto sarebbe per noi un risultato incredibile. Perché il nostro vero obiettivo è l’Europa, quella è la nostra dimensione: fare la Champions, puntiamo lì. Diciamo che non esiste un progetto scudetto, ma un progetto Europa".


Quanto conta Guidolin in questa marcia trionfale?
"È bravissimo e lo dimostrano i risultati. Anche in passato aveva allestito un’Udinese competitiva, ma non sempre erano arrivati i risultati".
Viste le defezioni africane, il ricorso al mercato appare inevitabile.
"Non è facile, il nostro è un percorso obbligato, puntiamo sui giovani talentuosi e li facciamo crescere perché i super campioni non vengono di certo a Udine. Zico è stata un’eccezione. Ecco allora l’importanza delle seconde linee, i naturali sostituti dei titolari e, perché no, magari pescheremo nel Granada che in Spagna gioca nella Primera Division e che è di nostra proprietà. Il nostro sistema prevede osservatori in tutto il mondo e i frutti si vedono. Comunque sul mercato ci sarà anche l’Udinese".


Nello scorso campionato Sanchez e Inler; a giugno con chi farà cassa?
"Non ho bisogno di far cassa, l’Udinese attua il fair play finanziario, però se ci scappa l’offerta boom non ci tiriamo indietro. Seguiamo anche le ambizioni dei giocatori che aspirano a grossi club, ma se rimangono mi fanno un piacere".


A quando il nuovo stadio?
"Ci sono ancora aspetti burocratici da risolvere, ma pensiamo di iniziare a primavera 2012 e di essere pronti per il 2013. Gli stadi vanno riempiti, si deve sentire il calore del pubblico. È desolante vedere il Friuli, 45.000 posti, occupato da sole 15.000 persone e non vorrei proprio mettere le figurine sugli spalti vuoti come ha fatto la Triestina. Il nostro stadio sarà di 22-25.000 posti e il costo sarà di 30 milioni".


E il progetto FIGC-CNR contro i gol fantasma sperimentato proprio al Friuli?
"Ormai è una realtà, la Fifa è venuta qui a provarlo e ne è rimasta entusiasta. Adesso bandirà l’asta e quello italiano sembra proprio perfetto".


E cosa pensa del fallimento del tavolo della pace voluto da Petrucci?
"Non serve riaprire le ferite, si deve dimenticare e non fomentare liti. Occorre voltare pagina, la fase triste è chiusa, ma deve però servire di monito per il futuro".


Ci ripensi, sicuro che questa Udinese delle meraviglie non metterà lo scudetto sulla maglia?
"Non siamo attrezzati, la nostra ambizione è l’Europa".

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