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L'8 marzo guidando l'elicottero La festa della donna in divisa

Valeria Cangelosi si divide tra cloche e scrivania. Responsabile del 4° Reparto di volo della Polizia di Stato, all'aeroporto Boccadifalco, dice di non aver mai trovato, nell'ambiente di lavoro, l'ostilità degli uomini. Anche se nel suo ambiente al vertice ci sono solo uomini. Festa della donna: ribellarsi ai nudi in copertina. Il ministro Carfagna: "Con me le donne sono più forti"

L'8 marzo guidando l'elicottero 
La festa della donna in divisa

Milano - Nel suo lavoro vola ogni giorno "con telefono e computer". Anche se ciò che ama di più è impugnare la cloche e volare con l'elicottero. Valeria Cangelosi, infatti, è orgogliosa del suo brevetto di pilota. Vice questore aggiunto del 4° Reparto di Volo della Polizia di Stato, di stanza all'aeroporto Boccadifalco di Palermo, è responsabile delle operazioni del reparto. Coordina un team impegnato in un settore assai delicato della sicurezza. "Ogni giorno - racconta - volo per non più di 1-2 ore, più che altro sono impegnata in ufficio. E il lavoro non ci manca, soprattutto nella prevenzione. Cerchiamo di far volare di più chi è uscito da poco dal corso". E dopo il brevetto, conseguito nelle scuole di volo dell'Aeronautica, si deve fare un apposito corso per conoscere e familiarizzare con il mezzo. Ogni velivolo richiede un corso apposito. Sposata con un dirigente di polizia, la dottoressa Cangelosi ammette di essere diventata pilota quasi per caso: "Non era il sogno che avevo sin da piccola. A dire il vero non avrei mai immaginato di fare, un giorno, questo lavoro", ammette senza alcun imbarazzo.

Come ha iniziato?
Dopo essermi laureata in Giurisprudenza ho fatto il concorso in polizia, a Roma, dove tra l'altro ho conosciuto quello che sarebbe diventato mio marito. Era il 1988. Poi, per una serie di circostanze casuali, nel 1992 ho fatto il corso di pilota ed ho conseguito il brevetto. Due anni dopo mi hanno trasferito a Palermo. Prima ero stata a Bolzano, per tre anni.

E' stato difficile arrivare dov'è ora? Ha trovato ostilità nel suo ambiente?
Personalmente non ho trovato atteggiamenti ostili. Direi, invece, che c'è stato, lentamente, un reciproco adattamento. Anche se la mentalità predominante è ancora oggi prettamente maschile. La Polizia ha fatto da battistrada con l'ingresso delle donne. Di certo con la riforma che ha portato delle donne anche nelle forze armate la situazione è cambiata molto.

Amici e parenti l'hanno sostenuta?
Direi di sì. Tolta la sorpresa iniziale mi sono stati vicini. All'inizio erano un po' preoccupati, soprattutto perché, quando sono entrata io in Polizia, erano gli anni della prima Piovra in tv. E si percepiva nettamente la pericolosità di questo tipo di lavoro. Poi però si sono abituati.

C'è qualcuno che la criticata?
Nessuno, più che altro restano tutti incuriositi. Anche se io, ormai, cerco di non dire cosa faccio di lavoro. Quando sanno cosa faccio di solito mi fanno questa domanda: "Dove hai parcheggiato l'elicottero?".

Lei e suo marito avete figli?
No, per scelta.

Perché averne avrebbe ostacolato il suo lavoro?
Devo essere sincera, il lavoro non ha per niente condizionato questa scelta, libera, che abbiamo fatto io e mio marito.

Ma se avesse una figlia c'è un lavoro che le sconsiglierebbe?
Direi di no. Può sembrare scontato ma credo sia importante che ognuno possa cimentarsi con quello che sente dentro cercando di trovare la propria strada.

Che significato ha, per lei, la festa dell'8 marzo?
C'è ancora molta strada da fare per le donne. Ai vertici, nel mio settore - ma non solo - ci sono quasi soltanto uomini. Penso, ad esempio, alla percentuale molto bassa di questori in sede (cioè titolari di sede, ndr). La "cabina di regia" è ancora in mano agli uomini. In altri paesi, per esempio nel Nord Europa, la realtà è molto diversa.

Come le piacerebbe che venisse festeggiata la festa della donna fra venti anni?
Preferirei che non venisse più festeggiata.

Vorrebbe dire qualcosa di motlo importante.

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