Cultura e Spettacoli

L'aceto balsamico di Twain per condire bene la morale

Religione, politica, lavoro, famiglia: il cinismo dello scrittore diventa autentica filosofia. Senza guardare in faccia nessuno

L'aceto balsamico di Twain per condire bene la morale

A tanti accade di inacidirsi, invecchiando, ma pochi da vino diventano aceto: quasi tutti sanno semplicemente di tappo. E sarebbe meglio se si tappassero la bocca. Mark Twain, invece, dopo esser stato a lungo un buon vinello frizzante, si tramutò proprio in aceto. Balsamico per i lettori di allora, nell'ultimo quarto della sua vita, e di oggi.

Sotto l'ottimo titolo twaineano Comportati bene e resterai solo , Alessandro Miliotti ha imbottigliato le preziose gocce che mister Samuel Langhorne Clemens distillò grazie al suo uso di mondo e al suo cinismo (Piano B, pagg. 200, euro 14, dalla prossima settimana nelle librerie). Il primo era un patrimonio accumulato fra viaggi, avventure, conoscenze, conferenze, polemiche, guerre. Il secondo era giustificato dalle tegole che gli caddero sulla testa dal 1894 in poi. In quell'anno dovette dichiarare bancarotta per il fallimento della sua casa editrice e il buco nell'acqua fatto con la nuova macchina tipografica: 300mila dollari in fumo; nel '96 morì sua figlia Susy; nel 1904 morì la moglie Olivia; nel 1909 morì la figlia Jean. C'era di che avercela con tutti, ma quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare. Con rabbia ma senza scomporsi, con furore ma senza perdere il lume della ragione, anzi rendendo più acuta e penetrante la luce del ragionamento. Alla persona che siede nelle tenebre , Il soliloquio di re Leopoldo , Cos'è l'uomo e Lettere dalla Terra compongono la «tetralogia morale» di un filosofo che dà martellate a destra e a sinistra, ma a fin di bene, per svegliare le coscienze intorpidite dall'inazione.

Nell' Autobiografia sdoganata, per suo volere, a un secolo esatto dalla sua dipartita (e giunta quest'anno anche in Italia) scrisse: «L'ultimo quarto di secolo della mia vita l'ho dedicato, con costanza e dedizione, allo studio della razza umana: ossia allo studio di me stesso, poiché nella mia persona si trova, compressa, tutta la razza umana». Non era presunzione, era semplice esperienza. L'uomo, ci dice Twain nei brani (molti dei quali inediti in italiano) di questa cruda, aggressiva, «scorrettissima» antologia è uno solo, siamo tutti fratelli anche quando ci bastoniamo a vicenda. Si tratta soltanto di guardarsi allo specchio senza cerone sulla faccia.

«Meno ragioni esistono a giustificare un'usanza tradizionale e più diventa difficile sbarazzarsene». Questa l'aveva detta già ai tempi di Tom Sawyer..

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