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Laleh, la Schumacher in gonnella che guida la rivolta contro gli ayatollah

Ha 32 anni, il piede pesante e il rossetto tutte le volte che gareggia. La Seddigh è la prima donna rallysta iraniana e ha fatto man bassa di vittorie. Il regime però la sopporta poco. Perchè è un simbolo di emancipazione femminile che potrebbe scatenare una rivoluzione dei sessi

La chiamano la piccola Schumacher, per il sangue freddo e le curve pericolose. Si mette il rossetto ogni volta che parte ma lo specchietto lo guarda solo per controllare i suoi inseguitori, tutti rigorosamente maschi. Laleh Seddigh, 32 anni, iraniana, arriva sui circuiti con foulard e occhiali da sole, ma ha sempre fretta di arrivare. Ingegnere industriale, insegna organizzazione aziendale all'Università di Teheran, è responsabile commerciale di una ditta che vende ricambi per auto. Ed è la prima donna pilota di rally iraniana, la più forte di tutti, maschi compresi. A 13 anni rubava le chiavi della macchina a papà, a 32 ha già vinto quasi tutti i rally del suo Paese e debuttato in F3, ma il regime degli ayatollah l'ha bloccata per un anno, ufficialmente per aver gareggiato con un motore truccato. Ma intanto le gare miste sono state abolite. Legge ad personam fatta solo per lei. Non basta che ad ogni vittoria Laleh sia costretta a salire sul podio col velo e a testa bassa. Le gare miste sono state abolite. Ma Laleh non si è fatta intimidire nemmeno dalla fatwa di un mullah contro di lei. Perché è suo il miglior tempo in questi tempi bui..

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