Stile

L'amore ai tempi dei mariti inutili

di Daniela Fedi

«I mariti non sono tanto inutili quanto pericolosi: possono disfarti la vita in un nanosecondo per ragioni che la ragione non conosce o che fa finta di non conoscere così si risparmia la vergogna». Lo pensi mille volte mentre leggi Mariti inutili (Cairo, 185 pagg) delizioso pamphlet scritto a quattro mani da Januaria Piromallo e Roselina Salemi. Poi, quando in un soffio lo finisci grazie a uno stile di scrittura sapientemente sospeso tra un sorriso e una lacrima, sotto sotto provi un po' di pietà per questi poveri uomini incapaci di maneggiare i sentimenti ma anche privi di quella salvifica ironia che ti permette di «comprimere l'universo in una palla» come dice T. S. Eliot ne Il canto di amore di Alfred Prufrock.

Quando il primo marito della protagonista del libro di Piromallo e Salemi le comunica «È finita, sono innamorato e non di te», la signora che per la cronaca si chiama Maria Luce risponde: «Lei è vegana?». In una simile domanda che tra l'altro è stata fatta davvero da una delle due scrittrici nella stessa incresciosa situazione, c'è proprio tutto. Denota amore e attenzione per l'imbecille che ha sempre divorato hamburger e carne al sangue ma da qualche tempo si butta su pappine vegetariane e gluten free. Mentre lui rifiuta un meraviglioso risotto con l'osso buco cucinato da uno chef stellato, lei vede la fine di un matrimonio basato su fiducia e verità, sull'essersi scelti, sulle cosiddette affinità elettive.

Maria Luce è tutte noi nel buttarsi a capofitto nella mission impossible di salvare il matrimonio. Passa dal corso da geisha al vampire lifting che scientificamente si chiama PRP (plasma ricco di piastrine) e oltre a riempire davvero le rughe non ti trasforma in un cerbiatto impagliato. Pensa di studiare Bollywood Dance e di rivolgersi ad analista/psicologo/psichiatra per eliminare «un po' di vecchia ruggine e tornare a splendere». Alla fine scopre di non essere neppure sposata è quindi di avere pochissimi diritti legali perché il romantico matrimonio nella Grotto Chapel di Kauai alle Hawaii non è stato trascritto in Europa. Al disastro morale si aggiunge quello pratico ma Maria Luce si riprende tanto da risposarsi stavolta con tutti i crismi della legalità. Finisce se possibile anche peggio perché un marito inutile con gusti costosi e pochi soldi è una vera jattura.

I capitoli sono scanditi da gustosissime pagine di filosofia pratica (strepitose quelle titolate Amore e neuroscienze) che vengono dal gigantesco archivio delle due giornaliste: un pozzo senza fondo di notizie, informazioni, esperienze. La premessa Fidanzati Potenziali Mariti Inutili (FPMI) è opera della figlia di Roselina Salemi, una ragazza tanto bella quanto intelligente. Nella figura di Maria Luce c'è tantissimo di Januaria Piromallo e delle sue eleganti assurdità. Il bello del libro, però, sta nel suo essere costruito con le storie di tante donne accomunate dall'aver fatto un serio investimento sull'amore scoprendo poi che la persona tanto amata era solo un marito inutile.

Del resto ha ragione chi dice che le persone non esistono, sono solo l'acqua di un fiume che è già passato.

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