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L'apertura di Casini: "Governo di larghe intese" No della Lega. I finiani: "Discutere la proposta"

Il leader Udc propone un governo di "larghe intese per fare le riforme". E assicura: "Non ci saranno veti su Berlusconi". Bocchino apre: "Allargare sul programma". Ma il Pd frena: "Qualsiasi soluzione non può che passare dal superamento dell’era Berlusconi"

L'apertura di Casini: "Governo di larghe intese" 
No della Lega. I finiani: "Discutere la proposta"

Roma - Un "governo di responsabilità nazionale", di "larghe intese per uscire dalla crisi e fare le riforme". Il leader dell’Udc, Pier Ferdinando casini, sottolinea in un’intervista al Corriere della Sera che il nuovo esecutivo dovrà essere aperto a tutti, guidato da chi sceglierà il capo dello Stato, senza veti su Berlusconi perché "ha vinto lui le elezioni". Proposta accolta da Italo Bocchino, vicecapogruppo del Pdl alla Camera, che invita il Pdl e la Lega a riflettere. Ma dal Partito democratico arriva subito un secco no: "Mai con Berlusconi". Strada sbarrata anche dal Carroccio che ribadisce: "Casini è il nemico".

L'apertura di Casini Il leader centrista spera che il presidente della Camera, Gianfranco Fini, "ritenga positivo il mio ragionamento e la necessità di un’alleanza per il bene del Paese". Secondo Casini il Pd accetterebbe perché sono "in molti a rendersi conto che così non si può andare avanti". La Lega e l’Idv, invece, "forse no". Il numero uno dell'Udc ribadisce che alla cena a casa di Bruno Vespa con Berlusconi, Gianni Letta e il segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone ("messo ingiustamente in mezzo, di politica italiana non ha detto niente"), il premier non gli ha chiesto nulla. "Che Berlusconi pensi a rafforzare il suo governo è comprensibile, ma per quanto mi riguarda, non c’è un interesse a partecipare a questo governo: sarebbe ridicolo e umiliante. Bossi è un esperto di ribaltoni. Io no". Per questo la Lega, afferma il leader centrista, "insorge per un nulla". Per Casini, comunque, è "offensivo" pensare che l’Udc potrebbe sostituire i finiani: "Se fossi il premier, di fronte alla situazione del Paese, chiederei a tutte le forze politiche una responsabilità più ampia".

Bocchino: "Discutere della proposta" "E' necessario trovare un modo per allargare la maggioranza all’Udc, partendo da una piattaforma programmatica e non da un problema di numeri", ha commentato Bocchino. "La decisione di dichiarare la crisi di governo per creare un nuovo esecutivo può spettare solo al presidente del Consiglio. È una valutazione che può fare solo Berlusconi di concerto col Capo dello Stato, come prevede la Costituzione", continua Bocchino in merito al passaggio di una crisi di governo secondo quanto delineato dal leader centrista. "Se Berlusconi con Fini e Bossi si appellasse a Casini - sottolinea il vicecapogruppo del Pdl - certamente la maggioranza ne uscirebbe rafforzata".

Il no dei Democratici "Per rispondere alla proposta di Casini di un governo di larghe intese guidato da Berlusconi bastano due lettere: no. Anzi cinque: no, mai". Il capogruppo del Pd alla Camera rispedisce al mittente la proposta lanciata dal leader Udc. "Qualsiasi soluzione possibile per garantire un governo al paese che affronti le emergenze e aiuti il passaggio verso un bipolarismo moderno ed europeo - spiega Franceschini - per noi non può che passare attraverso il superamento e la chiusura dell’era di Berlusconi". Anche il segretario del Pd Pierluigi Bersani boccia l’ipotesi di un governo di larghe intese. "Ho un’obiezione da fare", afferma Bersani ai microfoni del Tg1 da New York: "Casini dice che Berlusconi ha vinto le elezioni. Sì, ma è anche quello che ha fallito. Questo fatto è insuperabile. Dobbiamo chiudere il ciclo del berlusconismo che in sette anni non ha portato niente a questo paese".

Bondi: "Il Pd ha paura" "Nelle reazioni di Franceschini, Letta e Finocchiaro si legge una sorta di paura, di timore ad aprire una fase politica nuova nel Paese, fondata non su governi di emergenza, dei quali nessuno avverte la necessità, ma su una logica di confronto politico diversa da quella della pura contrapposizione reciproca", ha spiegato Sandro Bondi, coordinatore del Pdl. "Dalle alte barriere innalzate da quasi tutti gli esponenti del Pd e dell'opposizione, si evince una debolezza, una insicurezza, una incapacità ad aprirsi ad un confronto che sia diverso per toni e per sostanza da quello del passato".

Idv: "Meglio le elezioni" "Un governo di larghe intese non serve all'Italia, men che mai se a guidarlo dovesse essere Berlusconi". Con queste parole Nello Formisano boccia la proposta di Casini. "Il cavaliere - prosegue l'esponente dipietrista - ha vinto le elezioni a capo di una maggioranza e ha il dovere di governare. Chi è stato sconfitto elettoralmente ha il dovere di praticare un ruolo altrettanto nobile ed utile in democrazia che è quello dell'opposizione. Se il governo non dovesse essere in condizioni di andare avanti, la via maestra, nelle democrazie occidentali, è rappresentata dal ritorno alle urne".

Rotondi: "No alle larghe intese" Anche il ministro per l'Attuazione del Programma di Governo, Gianfranco Rotondi, frena sulla possibilità di intrecciare larghe intese, ma non si oppone all'ingresso nel governo da parte dell'Udc.

"Sulle alleanze il premier ha carta bianca e noi Dc del Pdl non ci opporremo a quella con Casini m- spiega Rotondi - ma non si parla di larghe intese bensì di un allargamento del centrodestra".

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