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Latitante gelese tradito dalla passione per Facebook: arrestato

Roberto Di Giacomo, ex collaboratore di giustizia, deve scontare una condanna a 16 anni e sei mesi per traffico di droga e omicidio. Si era registrato sul social network col vero cognome e aveva anche messo in rete le foto dei suoi familiari

A tradirlo è stato Facebook. O meglio, la sua passione per il social network, che lo aveva spinto al punto da registrarsi col suo vero cognome e da caricare pure in rete le foto di famiglia.
Pensava di essere ormai al sicuro. E invece il latitante Roberto Di Giacomo, gelese di 41 anni, già collaboratore di giustizia, poi sottrattosi al programma di protezione, è stato catturato in Svizzera, dove si era trasferito insieme alla moglie bulgara. Al termine delle indagini coordinate dal procuratore di Caltanissetta Sergio Lari, dall'aggiunto Domenico Gozzo e dal sostituto Santi Condorelli, l'uomo è stato arrestato dai poliziotti della Sezione Criminalità organizzata delle Squadre mobili di Caltanissetta e di Bologna, e del commissariato di Gela, con l'ausilio della polizia svizzera. Su Di Giacomo, personaggio di spicco della stidda gelese, ora a disposizione dell'autorità giudiziaria di Berna, pendeva una condanna a 16 anni e sei mesi di carcere della Corte d'Assise d'Appello di Bologna del 19 dicembre 2007, divenuta definitiva il 4 maggio 2010. Deve rispondere di traffico di droga e omicidio volontario, avendo ucciso un uomo, Vincenzo Gumari, a Vignola l'11 agosto 1992. Dopo la condanna aveva lasciato l'Italia rifugiandosi prima in Bulgaria, paese natale della sua nuova moglie, di cui ha assunto, come consente la legge di quel Paese, anche il cognome (Tschauschev).
Ritenendosi al sicuro, si era trasferito con la famiglia in Svizzera, dove aveva preso in affitto un appartamento a Lugano, a Savosa. Ciò gli consentiva anche qualche breve viaggetto in Italia, dove con il nuovo cognome si riteneva abbastanza sicuro. Tanto sicuro da registrarsi sul portale del social network Facebook, inserendo la sua foto e quella dei suoi familiari, con tanto di stemma e la scritta «Di Giacomo». Le indagini hanno permesso agli investigatori di monitorare costantemente il latitante, in attesa delle autorizzazioni dell'autorità giudiziaria elvetica, che appena intervenuta ha consentito di bloccare in Svizzera Di Giacomo.

L'arrestato è fratello di Giuseppe Di Giacomo, anch'egli collaboratore di giustizia, ucciso dall'organizzazione criminale nel 1992.

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