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Il «Laureato» in eterno movimento fra terra e cielo

Era il 1975, quando su disegno di un architetto milanese, Girard-Perregaux chiamò «Laureato» un modello sportivo-elegante, frutto di un trend dell'haut-de-gamme orologiera degli anni '70: e questo, anche sulla scia del celeberrimo film dal titolo omonimo del 1967, con protagonista Dustin Hoffman. Oltre all'iconica lunetta su due livelli, dove su di una base circolare si sovrappone un ottagono in un unicum estetico, e al bracciale integrato alla cassa e rastremato verso la chiusura, l'orologio si caratterizzava per un quadrante arabescato con il motivo «Clous de Paris». Dopo un ritorno alla ribalta della collezione, due anni or sono, con 34 nuove referenze, oggi, il Laureato si presenta in una veste inedita, abbinando la ceramica nera al quadrante scheletrato, nella versione da 42 mm. La prima identifica cassa, lunetta e bracciale, con le sue proprietà - leggerezza, durezza, elevata resistenza alle alte temperature e alle abrasioni - e con il fatto di essere anallergica. Riguardo al quadrante, la scheletratura dei ponti satinati è trattata PVD blu, disegnando gli elementi portanti del meccanismo automatico di manifattura, con bilanciere a regolazione inerziale al 12, piccoli secondi diretti al 10 e bariletto al 5.

Il rotore in oro rosa, configura un insieme, impermeabile fino a 10 atmosfere, in cui il pieno si contrappone al vuoto, l'interno blu all'esterno nero a definire un «movimento» tra terra e cielo: di qui, il nome dell'orologio, Laureato Skeleton «Earth to Sky» (in foto). FRin

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