L'auto a emissione zero c'è In ritardo sono le istituzioni

L'auto a emissione zero c'è In ritardo sono le istituzioni

Vivere le auto «green» - elettriche pure a emissioni zero, ibride plug-in (motore a combustione interna più batterie ricaricabili) o semplici ibride - è per certi versi più facile rispetto a quanto accade oggi con quelle equipaggiate di motori a combustione interna, in virtù di trattamenti più favorevoli nei centri delle grandi città, ma allo stesso tempo richiede qualche sforzo in più per sostenere i prezzi normalmente più elevati e la carenza di infrastrutture per la ricarica delle batterie lontano dal garage di casa.
Perché le auto virtuose divengano protagoniste della mobilità di un futuro non lontano bisogna, in un certo senso, che gli automobilisti condividano lo spirito che anima i costruttori che le realizzano, spingendosi al punto di sentirsi membri di una nuova élite. Allo stesso tempo le istituzioni ne devono favorire lo sviluppo attraverso azioni condivise e non più isolate, con il pieno coinvolgimento dell'Ue. È inoltre necessario recuperare velocemente, attraverso investimenti, il tempo perduto nel creare quelle infrastrutture a favore di una mobilità equilibrata e nel rispetto delle esigenze di tutti.
Oggi, l'auto elettrica più venduta nel mondo è Nissan Leaf, una coraggiosa (è molto più facile puntare su small car elettriche) berlina per famiglia che è stata recentemente rinnovata nella versione europea prodotta nel Regno Unito. Best seller assoluto in Norvegia, dove la coscienza ecologica è palpabile, oltre che robustamente aiutata dallo stato, Leaf si presenta adesso con un telaio tarato per i gusti europei, un'autonomia che sfiora i 200 km, caricabatteria integrato nel motore che aumenta lo spazio per i bagagli e un sistema che riduce drasticamente i tempi di ricarica.
Agli antipodi, per vocazione e dimensioni, è l'urban crosser Twizy prodotta dall'alleata Renault che, con la city-car Zoe, ha recentemente ampliato la sua gamma Zev. Twizy, che da qualche giorno è al centro di un innovativo car sharing nella città di Napoli, è una due posti, con seduta motociclistica, che ha un'autonomia di 100 km, può essere ricaricata in 3,30 ore ed è offerta in una versione guidabile con il patentino.
A credere nelle elettriche pure, è Ford che ha avviato da qualche settimana,nello stabilimento europeo di Saarlouis, la produzione di Focus Electric che con un motore da 143 cv dispone di un'autonomia di circa 150 km. Anche la Fiat 500, poi, è già disponibile in versione elettrica per il mercato Usa. Fondamentale per un'auto elettrica, che deve sopportare il carico delle batterie, è la leggerezza della costruzione e in questo senso sarà rivoluzionaria l'imminente Bmw i3 realizzata in fibra di carbonio, in linea con la filosofia EfficientDynamics della casa di Monaco. Per vivere l'auto riducendo l'impatto sull'ambiente il contributo delle elettriche pure non basta, e decisivo diventa il mix tra più alimentazioni alternative.
Psa, a esempio, gioca su diversi tavoli proponendo ammiraglie - come la Ds5 o la Peugeot Rxh su base 508 - a propulsione ibrida e small car, a quattro posti, come la Peugeot iOn e la Citroën C Zero, in versione elettrica al 100 %. Al primo posto nell'offerta di ibride (nel caso di Prius anche in versione plug-in) c'è ovviamente il pioniere Toyota che sta progressivamente allargando la doppia alimentazione a tutta la sua gamma dove oggi spiccano Yaris e Auris Hybrid.
Alle centinaia di migliaia di «green car» si contrappongono le decine di milioni di auto con motori convenzionali immatricolate ogni anno, ed è quindi importante sottolineare, in vista di una mobilità sempre più sostenibile, che anche per queste molto si è fatto e ancora di più si sta facendo. Emblematico è il caso di Ford che dal 2000 al 2012 ha ridotto del 37% le emissioni della sua gamma e vuole tagliare un altro 30% entro il 2025. Un altro importante aiuto a migliorare l'aria che respiriamo, arriva, last but not least, dalle sempre più numerose auto a Gpl e gas metano. E poi c'è l'auto a idrogeno, la cui sperimentazione continua, in attesa delle prime omologazioni.

Ma anche qui si riproporrà il problema delle infrastrutture.

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