Stile

Lavazza è sulla Nuvola: «Così è la mia pausa caffè»

Il vicepresidente dell'azienda torinese: «La prima tazzina? Appena sveglio. E poi ne bevo altre 5...»

Nadia Muratore

Torino «Il caffè è una delle cose più democratiche che esistono al mondo: si adatta a riti e culture diverse e ognuno di noi ha la sua tazzina ideale, quella che profuma perfettamente un momento particolare della giornata».

A pronunciare queste parole è Giuseppe Lavazza, uno che di caffè se ne intende. Visto che come vicepresidente dell'azienda di famiglia - che oggi conta oltre 4000 collaboratori, per un fatturato che sfiora i due miliardi di euro - ogni anno ne serve 30 miliardi di tazzine in tutto il mondo. Impeccabile nel suo abito blu, colore simbolo del marchio Lavazza, giusto di una gradazione più scura del colore dei suoi occhi, Giuseppe Lavazza parla con la gentilezza che lo contraddistingue, sorseggiando un caffè espresso al bar all'interno di Nuvola, la struttura che ospita il Centro direzionale dell'azienda nel quartiere Aurora di Torino, a pochi passi da dove, 124 anni fa, Luigi Lavazza ha gettato le basi di questo colosso made in Italy. Aprendo una drogheria dove, per la prima volta, la profumata polvere dei diversi tipi di caffè veniva sapientemente amalgamata per dar vita ad una miscela originale nell'aroma e nel sapore.

Innanzitutto, ci sveli i segreti della sua pausa caffè.

«Ne bevo cinque, sei al giorno, ad iniziare dal mattino appena sveglio. Questa è la tazzina alla quale non potrei proprio rinunciare: assaporare il caffè con gli occhi ancora semichiusi, è un rito che mi riconcilia con il mondo. Confesso che quando ho tempo ne bevo anche due e me li preparo io, con una delle due macchine per espresso che ho in cucina: Tiny e Jolie. La capsula la cambio spesso, per assaggiare tutte le miscele disponibili».

Nuvola, la struttura che accoglie l'azienda, è una vera cittadella del caffè nel cuore della città sabauda.

«Nuvola non è un semplice luogo di lavoro, un tradizionale quartier generale. È un contenitore innovativo, aperto a tutta la città, un ecosistema di luoghi affacciato sul territorio: trentamila metri quadrati nei quali ogni giorno si producono idee, lavoro, cibo e cultura».

Un anno fa, quando è stata inaugurata, immaginavate che sarebbe diventata un simbolo per i torinesi e un esempio di azienda nel mondo?

«Sì, perché credo fermamente che caffè sia cultura, simbolo di una società, del suo modo di relazionarsi. Prendere un caffè insieme ha un significato profondo, che suggella amicizie e contratti».

La vostra sede è aperta a tutti coloro che sono curiosi di capire come e perché Lavazza sia diventata una leggenda: cosa c'è alla base del vostro grande successo?

«La qualità come faro e l'innovazione come filosofia ma anche l'impegno e l'etica come comportamento. Questa è la nostra aspirazione. Se Lavazza oggi punta con decisione a diventare un brand leggendario è perché per oltre 120 anni siamo stati ancorati a questa visione del fare impresa, dell'essere impresa. Oltre all'orgoglio per quanto siamo riusciti a costruire, sentiamo impellente la necessità di fare sistema e individuare i princìpi comuni delle realtà di successo».

Valori ed idee che sono alla base di Legend19, l'evento che si conclude domani a Nuvola.

«Legend19 è la concretizzazione della nostra idea di impresa che sa fare rete con tutti coloro che possono e vogliono creare valore aggiunto per la collettività attraverso idee, progetti e prodotti che sanno fare la differenza migliorando la qualità della vita delle persone».

E il domani di Lavazza quale sarà?

«Vogliamo essere il motore trainante di quelle imprese che sognano di diventare leggenda, condividendo al contempo i fattori che riteniamo caratterizzanti del made in Italy: eccellenza, qualità assoluta e stile, determinazione a diventare un punto di riferimento nel mondo».

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