Economia

Lavoro, in Europa è record di disoccupati: 9,7% Napolitano: "Ripresa lenta, servono le riforme"

Continua ad aumentare la disoccupazione nella zona euro, a settembre il dato si è attestato al 9,7%, da dieci anni la percentuale non era così alta. Strauss-Kahn (Fmi): "Aumenterà ancora per un anno. La crisi non è ancora finita". Napolitano: "Riforme per superare le debolezze"

Lavoro, in Europa è record di disoccupati: 9,7% 
Napolitano: "Ripresa lenta, servono le riforme"

Bruxelles - Aumenta il numero dei disoccupati nella zona euro. A settembre il dato si è attestato al 9,7%, contro il 9,6% di agosto. L’anno scorso era del 7,7%. Nei Ventisette il tasso di disoccupazione è stato del 9,2% a settembre, contro il 9,1% di agosto e il 7,1% del settembre 2008. Per la zona euro si tratta del dato più alto dal gennaio del 1999 e per i Ventisette dall’inizio della serie, nel gennaio 2000. È quanto rende noto Eurostat, l’ufficio statistico delle comunità europee. Eurostat stima che 22,123 milioni di uomini e donne nei Ventisette, di cui 15,324 nella zona euro, non hanno avuto un impiego nel mese di settembre. Rispetto ad agosto il numero di persone disoccupate è aumentato di 286.000 unità nei Ventisette e di 184.000 unità nella zone euro. Rispetto a settembre 2008, la disoccupazione è aumentata di 5,011 milioni di unità nei Ventisette e di 3,204 milioni in Eurolandia. Tra gli Stati membri i tassi di disoccupazione più bassi sono stati quelli dell’Olanda (3,6%) e dell’Austria (4,8%), mentre i risultati peggiori sono stati quelli della Lettonia (19,7%) e della Spagna (19,3%).

Più disoccupati in tutti i paesi
Rispetto ad un anno fa, tutti gli Stati membri hanno registrato un aumento del loro tasso di disoccupazione. Gli aumenti più contenuti sono stati quelli della Germania (dal 7,1% al 7,6%) e dell’Italia (dal 6,8% al 7,4% tra il secondo trimestre del 2008 e quello del 2009). Gli aumenti più alti sono stati registrati in Lettonia (dall’8,1% al 19,7%) e in Estonia (dal 4,1% al 13,3% tra il secondo trimestre del 2008 e quello del 2009). Tra settembre 2008 e settembre 2009, il tasso di disoccupazione per gli uomini è aumentato dal 7,1% al 9,6% nella zona euro e dal 6,8% al 9,3% nei Ventisette. Il tasso di disoccupazione femminile è aumentato dall’8,4% al 9,8% nella zona euro e dal 7,5% al 9% nei Ventisette. A settembre il tasso di disoccupazione giovanile, ossia quello delle persone con meno di 25 anni, è stato del 20,1% nella zona euro e del 20,2% nei Ventisette. A settembre 2008 era del 15,7% e del 15,8% rispettivamente. I tassi più bassi sono stati osservati in Olanda (6,8%) e quelli più alti in Spagna (41,7%) e in Lettonia (33,6% nel terzo trimestre del 2009). Il tasso di disoccupazione è stato del 9,8% negli Stati Uniti a settembre mentre in Giappone, ad agosto, si è attestato al 5,5%.

Fmi: "Buone notiziema la crisi non è finita" "Ci sono buone notizie ma la crisi non è finita". Ad affermarlo è il direttore generale dell’Fmi, Dominique Strauss-Kahn intervenendo al Festival internazionale del lavoro. "La ripresa continuerà, ma sarà lenta e c’è il rischio che ci sia una ripresa senza posti di lavoro", afferma. Quanto alla crescita, secondo Strauss-Kahn, "ripartirà nel secondo semestre del 2010 a livello globale grazie a stimoli e incentivi". Proprio perchè la crisi non è ancora finita il direttore generale dell’Fmi si dice convinto che le politiche di sostegno all’economia non vadano abbandonate: "Non vanno interrotte troppo presto - afferma - le politiche anti-crisi".

Strauss-Khan: "Disoccupazione aumenterà per un anno" Abbiamo davanti a noi ancora 12 mesi di aumento della disoccupazione a livello mondiale". Lo ha detto il numero uno del Fondo monetario internazionale, Dominique Strauss-Kahn al Festival internazionale del lavoro che si tiene a Villa Cardinale a Rocca di Papa (Roma). Strauss-Kahn ha poi aggiunto che "la ripresa continuerà ma sarà lenta" e «c’è il rischio che ci sia una ripresa senza posti di lavoro». Secondo il numero uno del Fmi, "la crescita ripartirà dal primo novembre del 2010 a livello globale" grazie agli stimoli e agli incentivi varati dai governi. "La crisi non è finita - ha osservato Strauss-Kahn - abbiamo bisogno di politiche di sostegno e di politiche pubbliche per aiutare i paesi deboli. Non possiamo dichiarare vittoria prima di avere avviato una diminuzione della disoccupazione".

Tuttavia Strauss-Kahn ha detto anche che "è ancora troppo presto per avviare le exit-strategy e ritirare gli aiuti" anche se, ha osservato, "dobbiamo aiutare la ripresa ma senza aumentare il deficit".

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