Stile

L'avventura nello spazio accoglie la ceramica

Fortis nasce nel 1912 a Grenchen, in Svizzera, fondata da Walter Vogt insieme ad Alfred Rüefli. Il nome Fortis, dal latino, rimanda a forza fisica e il coraggio. Fondamentale, nel 1926, la presentazione del primo modello da polso automatico, a Basilea, disegnato dall'orologiaio John Harwood sprovvisto di corona di carica. Lo stesso Harwood fu autore dei due cronografi presentati nel 1937, il Rolls e l'Autorist, che celebrarono il 25° anniversario del brand. Nel 1943, ecco il primo orologio realmente impermeabile della Casa, il Fortissimo. Nel 1962 cominciano le collaborazioni con gli enti spaziali, è protagonista lo Spacematic, testato dalla NASA per resistere alle variazioni termiche. L'avventura nello spazio di Fortis ha un'accelerazione nel 1994, quando i suoi orologi vengono scelti dall'Agenzia Spaziale Federale Russa come segnatempo per le missioni, diventando poi nel 1997, Official Timekeeper delle imprese spaziali Russo-Tedesche MIR 97. Il primo cronografo con allarme integrato è presentato nel 1998. Sulla scia di un simile heritage, va inquadrato il recente Stratoliner Ceramic p.m. (in foto), della famiglia Cosmonautis. In acciaio satinato da 42 mm, impiega il meccanismo cronografico automatico ETA-Valjoux 7750 (28.800 alternanze/ora, 48 ore di riserva di carica). La lunetta incisa, a carattere sfumato, con la scala tachimetrica, è in ceramica, mentre la robustezza e l'impermeabilità fino a 10 atmosfere sono garantiti da una corona ben dimensionata tra spallette di protezione e pulsanti a vite, con fondello integrato da vetro zaffiro per visualizzare il movimento. Il quadrante, protetto da vetro zaffiro, è nero mat con indici rettangolari e lancette a bastone beige rivestiti con Superluminova a luminescenza verde; al 3 ecco le finestrelle del day-date. L'orologio, con cinturino in pelle, ha un costo di 3.270 euro.

FRin

Commenti