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Lecco, Maria poteva essere salvata

La tragedia della bimba di Merate morta in macchina: le telecamere mostrano dei giovani che salutano e vanno via. Un ragazzo: "Non immaginavamo fosse stata dimenticata lì"

Lecco, Maria poteva essere salvata

Merate - L’hanno vista. Era viva. Alle 11.10 di venerdì la piccola Maria Campana respirava ancora. Seduta sul seggiolino dove la mamma l’aveva dimenticata, guardava gli studenti del liceo Agnesi di Merate che erano usciti a fumare durante l'intervallo. «Stai buona piccolina che la mamma torna presto». Nessuno ha pensato che la mamma fosse un’insegnante, nessuno ha riconosciuto l'auto della professoressa Simona Verzelletti. Nessuno ha parlato di quel che aveva visto in cortile una volta rientrato in classe. Nessuno ha lanciato l'allarme. Hanno solo girato attorno all’auto, picchiettato sui vetri per far giocare la bimba che ha fatto ciao ciao con la manina.
I ragazzi, una decina, non si sono chiesti perché una bambina di due anni fosse sola in macchina. «Sembrava stesse bene», hanno raccontato solo a morte avvenuta. Al momento, invece, quando l’hanno vista in auto, non ne hanno parlato con gli insegnanti e non hanno pensato di controllare se fosse ancora lì al cambio d'ora. Solo quando la piccola è stata ritrovata senza vita, sono andati a raccontare tutto al preside. «Pensavano che la mamma sarebbe tornata subito a prenderla - ha detto il vice Ferdinando Bosisio -. Nessuno poteva immaginare che fosse stata dimenticata. Sarebbe bastato poco per salvarla».

Le telecamere che controllano il piazzale della scuola hanno ripreso tutto, il pm Luca Fuzio le ha sequestrate. Si vede la professoressa Verzelletti, che arriva alle 8.30 del mattino, i ragazzi che all’intervallo escono in cortile vedono la bambina e poi rientrano in classe. E, ancora, alle 13.20 ancora la mamma che si precipita sul piazzale, dopo aver ricevuto la telefonata del marito, e trova la figlia senza più respiro. Sale in auto e parte per tornare a casa e poi in ospedale dove però possono solo annunciare la tragedia. La bimba è morta.
Maria poteva essere salvata ma una concatenazione di tragici eventi ha giocato a suo sfavore. Primo: la mamma, ora indagata per omicidio colposo, che la dimentica in auto e non ci pensa più per cinque ore anche se parla con i colleghi della famiglia, del marito, Sergio Campana e dei tre figli. Per lei Maria è al sicuro dalla sua tata.
Secondo: la baby sitter, Tiziana Ricci, che si domanda: «Come mai nessuno mi porta Maria?» e inizia a telefonare invano, prima a casa della coppia, poi sul cellulare di Simona (che suonava a vuoto perché aveva la suoneria abbassata) e su quello del marito che per la prima volta l'aveva dimenticato a casa. «Ho pensato - dice la baby sitter - che era il compleanno della bambina e che forse la volevano tenere a casa per festeggiare». Terzo: i ragazzi che vedono ma non ne parlano con nessuno. Ora i genitori di Maria sono distrutti. E la baby sitter è disperata. Sarebbe bastata una telefonata al liceo per scoprire che non c’era nessuna festa di compleanno in corso ma solo una bambina che stava soffocando in auto. All’origine della morte potrebbero esserci stress, soffocamento, disidratazione, malformazioni genetiche. Solo l’autopsia potrà stabilire cos’è successo in quelle ore.

I carabinieri hanno ricostruito passo a passo quel che ha fatto la mamma a scuola dalla prima ora di supplenza alle chiacchiere con i colleghi, alla telefonata del marito, non c’era stato niente di strano in lei. La malattia che aveva portato il marito in ospedale sembrava risolta con un intervento alla testa di qualche mese fa. Non era il periodo peggiore, anche se veniva da un periodo buio.

Il parroco don Paolo Bizzarri intanto continua a dire ai fedeli di pregare: «perché questa mamma non venga schiacciata dal rimorso».

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