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Legittimo impedimento, "Berlusconi impegnato fino a luglio"

Un rinvio di tre mesi e mezzo, due sole udienze possibili prima dell'estate: il 21 e il 28 luglio. E' la comunicazione inviata ai giudici, prima applicazione del "legittimo impedimento". Nella lettera si segnala che in aprile il premier sarà impegnato in una udienza civile di carattere personale

Legittimo impedimento, "Berlusconi impegnato fino a luglio"

Milano - Un rinvio di tre mesi e mezzo, due sole udienze possibili prima dell'estate: il 21 e il 28 luglio. Questa è la comunicazione che la segreteria della presidenza del Consiglio ha inviato ai giudici milanesi che stranno processando Silvio Berlusconi per la vicenda dei diritti tv. Si tratta dela prima applicazione delle norme sul "legittimo impedimento" varate dal Parlamento e controfirmate la settimana scorsa dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Nella missiva consegnata al presidente del tribunale, Edoardo d'Avossa, si fa esplicito riferimento alla figura "dell'impedimento continuativo", che è peraltro una delle novità più rilevanti della nuova legge: la impossibilità di un membro del governo a essere presente nei processi a suo carico non viene più dimostrata volta per volta e impegno per impegno, ma anche su archi temporali più lunghi. Ed esattamente questo è lo scenario offerto ai giudici milanesi: un trimestre denso di impegni istituzionali interni ed esteri (la lettera ne elenca diversi a titolo di esempio) che rendono per Silvio Berlusconi praticamente impossibile esercitare il suo diritto a essere presente in udienza. E che il Cavaliere intenda fare valere fino in fondo questo diritto lo ha ribadito oggi uno dei suoi legali, Piero Longo, opponendosi all'interrogatorio di un testimone arrivato apposta da Roma. "Si tratta di una questione di principio", ha detto Longo. Sul rinvio della sola udienza di oggi, motivato dal viaggio in Usa del capo del governo, si era detto d'accordo anche il pubblico ministero Fabio De Pasquale, che ha riconosciuto la "rilevanza" dell'impegno. Ma appena i difensori del premier hanno comunicato la loro intenzione di avvalersi della nuova normativa, De Pasquale ha preso la parola per accusare la legge sul legittimo impedimento di violare la Costituzione, e per chiedere pertanto al tribunale di investire della faccenda la Corte Costituzionale. Secondo la Procura, norme così restrittive alterano i rapporti tra poteri dello Stato e pertanto potevano essere introdotti solo con una legge di riforma costituzionale. Essendosi proceduto con legge ordinaria, afferma il pm, si sono violati gli articoli 101 e 138 della Costituzione, quelli che prevedono l'iter per le riforme della Costituzione stessa e che "la giustizia è amministrata in nome del popolo e i giudici sono soggetti soltanto alla legge". A questo punto è possibile che la corte scelga di dividere in due il processo, proseguendo il dibattimento a carico degli altri imputati e congelando quello a carico del premier in attesa della pronuncia della Consulta. Una curiosità: nella lettera depositata oggi, il segretario di Palazzo Chigi segnala che in aprile Berlusconi sarà impegnato anche in una udienza civile di carattere personale, fissata da tempo.

Potrebbe verosimilmente trattarsi della udienza davanti al tribunale di Milano nella separazione chiesta dalla moglie Veronica Lario.

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