L'eleganza della sensualità Il ritorno di Sybilla

A diciotto anni ha avuto il coraggio di mollare Yves Saint Laurent Poi ha creato il suo marchio a Madrid. Finché non ha lasciato le passerelle...

Parigi - A 18 anni si è sentita dire da Yves Saint Laurent che un giorno avrebbe preso il suo posto. Lei si è spaventata a morte e ha prontamente mollato il mitico atelier dove, fresca di diploma in moda e stilismo, stava facendo l'apprendistato. Sybilla Sorondo Myelwynska, in arte Sybilla e basta, sarebbe ricomparsa due anni dopo nel fashion system facendo subito scalpore per quel suo stile rotondo e poetico, un'idea di donna psicologicamente vicina alle fragili eroine di Romeo Gigli e del tutto diversa dalle power women di Armani, Versace e Ferrè in quei fantastici e lontanissimi anni Ottanta. Sybilla ci ha incantati, commossi e divertiti per alcune stagioni con capi indimenticabili come il cappotto nero con il collo a forma di gatto addormentato, le scarpe e i cuscini pieni di campanelli come un berretto da giullare, gli abiti fatti come fiori rovesciati o ancora in boccio.

Erano bellissime anche le immagini scattate da Javier Vallhonrnat e da Jan Gatti, le due colonne portanti della factory che lei aveva costruito a Madrid. Da un giorno all'altro scomparve come nel nulla e ogni volta che si chiedeva di lei in giro ci si sentiva rispondere che continuava a lavorare nella moda però solo per il mercato giapponese dove del resto aveva avuto un tale successo da aprire trenta negozi monomarca e da siglare un accordo di consulenza con Shiseido.

Il mistero continuò a lungo alimentato da fugaci ricomparse per esempio con le spettacolari lenzuola a rose quadrate immortalate nel film Matador di Pedro Almodovar oppure nel 1996 quando Vuitton le chiese di disegnare una borsa in toil monogram e lei fece un piccolo capolavoro intitolato «shopping in the rain». Nessuno però l'ha più rivista e frequentata, alla domanda su che fine avesse fatto la risposta di rigore era «vive in molti posti». Si sa per certo che nella sua casa di Mallorca, Sierra de la Tramontana, vengono organizzati regolarmente dei corsi per lo sviluppo sostenibile e l'ecologia, ma tutto questo con la moda ha relativamente poco a che fare anche se poi diventa la presidentessa di FFF, una fondazione che appoggia e promuove la produzione di tessuti che provengono da prodotti agricoli, sociali e artigianali.

Nel 2001 Sybilla riunisce il suo team madrileno in un atelier battezzato La nave. Salpa fino a un certo punto anche se nel 2003 accetta di disegnare una linea di abiti da sera per Cappucci. Finalmente nel 2013 ricompra il suo marchio e ricomincia a fare quel che sa fare divinamente: abiti e oggetti che ti lasciano a bocca aperta.

Ha presentato una bella collezione per la casa durante l'ultima edizione del Salone del Mobile di Milano e oggi qui a Parigi presenta la sua linea per la prossima estate anche se con lei le stagioni contano fino a un certo punto. Speriamo che nessuno le dica che come lei non c'è nessuno perché potrebbe spaventarsi di nuovo.

Ma stavolta è proprio bello poter dire «a volte ritornano».

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