L'eredità della storia non è un cassonetto
3 Ottobre 2012 - 18:38Caro Professor Asor Rosa, si metta d’accordo con se stesso...
Caro Professor Asor Rosa, si metta d’accordo con se stesso. Fino a quando era al governo Berlusconi lei rivalutava perfino il fascismo e la destra nazionalpopolare, considerandoli figli della tradizione italiana e del risorgimento, con una loro dignità.
Ora, su la Repubblica , scrive addirittura che il marcio presente deriva dalla «disponibilità corruttiva profonda del fascismo ». Professore, torni alla realtà. Io non penso che la sinistra possa ridursi a Penati, ma è pure impensabile che la destra possa ridursi a Fiorito.
La disonestà burina della sottopolitica è diffusa, non sono certo casi isolati. Ma far discendere dal fascismo il malaffare presente e l’Italia cafona e corrotta dei suv a carico pubblico, è stuprare la storia e la verità.
Semmai è l’inattualità di quel passato e di quei valori l’alibi per adeguarsi all’andazzo. Lo stesso direi della mia Puglia: il malaffare della sinistra d’oggi nel governo locale non deriva certo da Peppino Di Vittorio.
Professore, questi cialtroni non sono figli della destra conservatrice, sociale e nazionale, e nemmeno del fascismo; sono figli di questo tempo e della partitocrazia, discendono dai mariuoli della prima Repubblica e dai faccendieri cinici e corrotti di quest’Italy senza radici e senza dignità.
Loro ne sono la versione buzzurra, mascherata in una caricatura di fascismo e romanità. Kitsch & Trash, cioè imitazione contraffatta di una storia passata, razzolata tra i rifiuti.
Loro sono eredi di quella storia come i sacchetti di plastica sono gli eredi di una cena.
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