Rubrica Cucù

L'eredità della storia non è un cassonetto

Caro Professor Asor Rosa, si metta d’accordo con se stesso...

Caro Professor Asor Rosa, si metta d’accordo con se stesso. Fino a quando era al governo Berlusconi lei ri­valutava perfino il fascismo e la destra na­zionalpopolare, considerandoli figli del­la tradizione italiana e del risorgimento, con una loro dignità.

Ora, su la Repubblica , scrive addirittu­ra che il marcio presente deriva dalla «di­sponibilità corruttiva profonda del fasci­smo ». Professore, torni alla realtà. Io non penso che la sinistra possa ridursi a Pena­ti, ma è pure impensabile che la destra possa ridursi a Fiorito.

La disonestà burina della sottopolitica è diffusa, non sono certo casi isolati. Ma far discendere dal fascismo il malaffare presente e l’Italia cafona e corrotta dei suv a carico pubblico, è stuprare la storia e la verità.
Semmai è l’inattualità di quel passato e di quei valori l’alibi per adeguarsi all’an­dazzo. Lo stesso direi della mia Puglia: il malaffare della sinistra d’oggi nel gover­no locale non deriva certo da Peppino Di Vittorio.

Professore, questi cialtroni non sono fi­gli della destra conservatrice, sociale e nazionale, e nemmeno del fascismo; so­no figli di questo tempo e della partitocra­zia, discendono dai mariuoli della prima Repubblica e dai faccendieri cinici e cor­rott­i di quest’Italy senza radici e senza di­gnità.

Loro ne sono la versione buzzurra, ma­scherata in una caricatura di fascismo e romanità. Kitsch & Trash, cioè imitazio­ne contraffatta di una storia passata, raz­zolata tra i rifiuti.


Loro sono eredi di quella storia come i sacchetti di plastica sono gli eredi di una cena.

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