Stile

L'estetica della voce nella villa del maestro Solti

Viaggio nella scuola di canto a Castiglione della Pescaia che ha attratto molte aziende importanti, tra cui Rolex

Piera Anna Franini

È una villetta d'una bellezza schiva, nella pineta di Roccamare, a Castiglione della Pescaia. Dal 1965 al 1997, anno della scomparsa, è stata il buen retiro di Sir Georg Solti, direttore d'orchestra epocale. Qui si rifugiava ogni estate per riposare, studiare e godersi gli affetti. Tutto è rimasto com'era. A partire dal tavolo ovale dove il Maestro posava la pila di partiture, le foto di famiglia, il vecchio metronomo, il libro degli ospiti. Ospiti come Kiri Te Kanawa, Mirella Freni, o Luciano Pavarotti che arrivava a Roccamare con il pentolone traboccante di sugo, per il dopo studio. Nel frattempo è cresciuto il pino al margine del campetto da tennis, «con Solti avevamo sviluppato un nostro sistema di calcolo del punteggio che tiene conto delle palline che finiscono contro il fusto», spiega Lady Valerie Solti, al fianco del musicista per oltre tre decenni. È una signora dai modi affabili, elegantemente inglesi, brillante conversatrice, curiosa come vuole la professione che praticò fino al momento in cui incontrò il marito, che nomina sempre «Solti». Lady Valerie era giornalista della BBC, galeotta fu un'intervista a Sir Georg, tutto partì così, ci racconta. E a digiuno di musica, si ritrovò catapultata nel nuovo mondo.

Un mondo di cui ora è la Lady. Il suo nome è una garanzia in board di associazioni ed enti di cultura internazionali. Proprio attorno a lei si è creata l'Accademia Solti, una scuola per pianisti ripetitori e soprattutto cantanti, attiva a Castiglione dal 2004. Lei è il nume tutelare, Candice Wood e Jonathan Papp sono le braccia operative. L'Accademia forma artisti scelti via audizioni o segnalazioni delle botteghe d'arte più prestigiose del mondo. Per tre settimane lavorano con interpreti di fama, tra cui Angela Gheorghiu, Carmen Giannatasio, Massimo Giordano, Richard Bonynge. L'unica spesa che affrontano è il volo aereo, al resto provvede Rolex, brand che spesso corre al fianco dei grandi marchi dell'arte, dalla Scala al Metropolitan, da Placido Domingo a Cecilia Bartoli, è però attivo anche con attività che non puntano sulla chiara visibilità, ma operano nel segno della pura filantropia, ricorda Rebecca Irvin, alla testa del Rolex Insitute di Ginevra. È lei la mente del programma Mentor & Protegé che vede i grandi maestri della letteratura, musica, architettura, danza e teatro insegnare a talenti emergenti.

Per l'edizione 2016, i ragazzi erano 14 e provenivano da 10 Paesi, non inclusa l'Italia ahimè. Cantanti fra i 21 e i 30 anni, alcuni in fase di studio, altri con una carriera già avviata. Il caso di Anush Hovhannisyan, armena, vincitrice di una collana di borse di studio e concorsi, la voce più promettente dell'Accademia, chiaro poi il temperamento da artista a suo agio in palcoscenico. Perché quello che conta, «è il pacchetto completo: voce anzitutto, ma anche capacità di gestione della carriera, presenza scenica» sottolinea Jack Mastroianni, storico manager newyorchese, e che a Castiglione ha tenuto lezioni di management. Lo abbiamo incontrato a colazione con Lady Valerie, accanto a lui c'è Brian Large, per 15 anni alla BBC, firma di 600 programmi tv dedicati all'opera, tra cui «I tre tenori» e L'Uccello di fuoco diretto da Strawinskij in persona. Perché i pezzi di storia della musica sono di casa da Lady Solti.

I ragazzi hanno studiato a fondo il repertorio di casa nostra, e hanno chiuso con un concerto all'Andana, il relais di Vittorio Moretti, l'imprenditore della Franciacorta che partendo dalle costruzioni in cemento armato e in legno lamellare, passando attraverso la cantieristica da diporto ha fondato l'impero del lifestyle italiano contrassegnato dal marchio Terra Moretti. L'Andana è prescelta da reali (la regina Rania di Giordania lo affittò in blocco nell'agosto del 2007), attori, da Robert De Niro a Monica Bellucci, e quanti amano questo gioiello maremmano. Qui si è tenuta ache la cena con il fuoriprogramma dei 14 ragazzi: ognuno ha cantato arie tipiche del proprio Paese. Cantate con orgoglio.

Anche britannico, ma con debita premessa: «sono inglese, ma mi sento europea/o».

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