Cultura e Spettacoli

Lettori, in guardia: riparte il duello

Il genere «cappa e spada» va dal Medioevo ai primi dell’Ottocento, privilegiando gli intrighi e l’avventura alla rievocazione tipica del romanzo storico. Non a caso qualcuno inserisce in questo filone personaggi come Robin Hood, Zorro (a cui persino Isabel Allende non ha saputo resistere) e il Capitan Fracassa di Théophile Gautier, nonché vicende come quella della Maschera di Ferro. Forse i più giovani non ricordano il duello più lungo della storia del cinema, quello che vede protagonisti Stewart Granger nei panni del beffardo André Moreau-Scaramouche e Mel Ferrer in quelli del malvagio Marchese De Maynes.
Eppure per anni «cappa e spada» l’han fatta da padrone al botteghino, riscuotendo notevoli consensi anche fra i lettori, considerato che dietro a ogni pellicola hollywoodiana solitamente si celava un romanzo più o meno degno di tal nome. Scaramouche, dell’italo-inglese Rafael Sabatini (appena ripubblicato da Donzelli), quel titolo se lo è più che meritato, coniugando sapientemente l’intrigante ambientazione nella Francia pre-rivoluzione e i classici stilemi del genere: ricostruzione storica, duelli, guasconerie, avventura e un pizzico di romanticismo.
Oggi il romanzo storico, soprattutto quello di impianto noir, sta vivendo una seconda giovinezza. Ma, più che l’avventura, a intrigare i lettori sembra essere il mistero, e dunque non sono numerose le storie che fanno leva sull’elemento che al romanzo di «cappa e spada» ha dato lustro. Insomma, non sembra che si stiano rinverdendo i fasti vissuti negli anni Trenta dalla serie I romanzi di cappa e spada diretta da Alessandro Varaldo e pubblicata da Arnoldo Mondadori Editore.
Prima che una bella trasposizione cinematografica desse l’azzeccato volto di Viggo Mortensen al suo personaggio principale, Arturo Pérez-Reverte si era imposto al pubblico di mezzo mondo con una serie di notevole successo avente per protagonista il Capitano Alatriste, un soldato di ventura spagnolo del XVII secolo che si muove nei principali teatri di battaglia europei del tempo. Uno dei punti di forza di Alatriste è proprio l’essere divenuto un personaggio seriale. Anche in questo Pérez-Reverte evidenzia un legame quasi diretto con il romanzo picaresco, a testimonianza di una continuità con la tradizione inaugurata da Alexandre Dumas (I tre moschettieri, Vent’anni dopo e Il visconte di Bragelonne). Eppure, proprio di recente l’italiano Giuseppe Ferrandino si è fatto notare per il romanzo Spada, non limitandosi a pescare negli elementi classici della tradizione, ma addirittura appropriandosi di due personaggi che lo hanno reso popolare: D’Artagnan e Aramis.


In Italia l’esponente di maggior spicco di questo tipo di narrativa disimpegnata è forse stato Emilio Salgari, con le serie dei corsari e con opere come Gli ultimi filibustieri, oltre che con l’insolita traduzione dal francese di Spada al vento, di Henri de Brisay.

Commenti