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L'ex panificio degli operai ha messo appetito alla Disney

Dopo avere fatto conoscere al mondo il «grissino di Milano» ha stretto un accordo col marchio Usa per cibi sani per i bimbi

L'ex panificio degli operai ha messo appetito alla Disney

«La nostra più grande forza? Sicuramente la dimensione familiare. Il nostro attaccamento alle radici, al territorio e alla nostra storia». Sono passati 60 anni da quando Giuseppe Bigiogera ha creato il primo «grissino di Milano». Ma oggi come allora i suoi eredi, alla guida di Vitavigor, non dimenticano le proprie origini e l'obiettivo del fondatore: crescere mantenendo altissima la qualità.

«Tutto è cominciato nel quartiere milanese della Bicocca, zona a vocazione industriale che ha visto proliferare giganti quali Pirelli, Falck e Breda. La nostra azienda è nata proprio lì, il primo aprile 1958, con un panificio che serviva i dipendenti delle grandi fabbriche, oltre che le mense degli stabilimenti» racconta Federica Bigiogera, nipote di Giuseppe e attualmente responsabile del marketing. Da allora di strada ne è stata fatta tanta. Oggi l'impresa, rimasta sempre saldamente nelle mani della famiglia, è guidata dai figli e nipoti del fondatore. Ha trasferito i propri laboratori a Cinisello Balsamo, conta sulla collaborazione di 21 dipendenti, esporta i suoi grissini in 32 Paesi del mondo e vede crescere costantemente il proprio fatturato. «Siamo stati un panificio, con il proprio laboratorio, per molti anni. Finché mio nonno non ha scommesso su un nuovo prodotto: i grissini. Da quel momento abbiamo cominciato a crescere fino a traslocare, nel 1969, in quella che è la nostra sede attuale. Alle porte di Milano. Il vecchio panificio della Bicocca però esiste ancora. Non è più di nostra proprietà, ma ha mantenuto intatti gli spazi originari, che sono stati solo ammodernati».

Oggi i vecchi camioncini che portavano il pane in fabbrica non ci sono più. La città, così come il suo tessuto sociale ed economico, sono cambiati. Ma quei grissini made in Milano continuano a essere sfornati. Ogni giorno. «Non abbiamo mai cambiato la nostra produzione perché è la cosa che sappiamo fare meglio - dice Federica -. Anche oggi che l'azienda è portata avanti da mio padre Mario, presidente e responsabile della parte commerciale in Italia, e da mio zio Paolo, numero uno della produzione. Poi ci sono io, impegnata nel marketing e parzialmente nell'amministrazione, e alcuni miei cugini che stanno cominciando a lavorare con noi».

In occasione delle 60 candeline hanno festeggiato una collaborazione molto speciale, quella con la multinazionale americana Disney. «Per un'impresa a carattere familiare come la nostra un compleanno del genere è importantissimo. Ormai siamo alla terza generazione. Ci sforziamo ogni giorno di difendere la nostra storia, di portare avanti i valori di mio nonno. Ma non dimentichiamo mai che per essere sul mercato bisogna anche innovare. Saper cambiare al momento giusto».

Intanto, i numeri sono già molto positivi. Vitavigor può contare su un fatturato annuo di circa cinque milioni di euro, che cresce a ritmi costanti nonostante la congiuntura economica ancora complessa. Inoltre investe sempre molto nell'export. «Mio nonno Giuseppe è stato un pioniere in questo campo. Ha cominciato a esportare nei primi anni Settanta - racconta Federica -. Oggi i nostri clienti ci dicono che siamo molto bravi a farlo e questo ci ha aiutato molto negli anni della crisi. Oggi il 35 per cento del nostro volume di affari arriva proprio da oltre confine. In Europa abbiamo ottimi rapporti soprattutto con Spagna, Francia, Repubblica ceca, Olanda e Belgio. Mentre all'esterno dell'Ue esportiamo moltissimo in Canada, Australia, Giappone, Brasile e Cina. In totale siamo in 32 Paesi del mondo e lavoriamo costantemente per arrivare anche dove non siamo ancora presenti, per conquistare nuovi mercati sempre attraverso i nostri grissini». Tutto questo senza mai dimenticare le origini, la storia e le tradizioni che hanno accompagnato l'impresa dal 1958 a oggi.

«La nostra forza è la storia di famiglia. Il fatto di essere un'azienda a carattere familiare piace anche ai nostri clienti, perché quando parlano con noi sanno sempre esattamente con chi si stanno interfacciando. Nella maggior parte dei casi si riconoscono nei nostri valori, nel nostro modo di lavorare. E apprezzano la nostra forte identità, la nostra affidabilità, la sensazione di fiducia che li rassicura». Anche grazie a questi valori proprio quest'anno Vitavigor ha cominciato a collaborare con la Disney. «Abbiamo creato una linea studiata per le mamme e i bambini - prosegue Federica -. Si tratta di una merenda che abbiamo sviluppato insieme con il colosso americano. È stata veramente una grandissima soddisfazione vedere il nome Vitavigor associato al marchio Disney». Anche grazie a traguardi del genere questa eccellenza del made in Italy ha continuato a crescere in modo costante, anche negli anni più bui della crisi economica.

«Io sono entrata in azienda due anni e mezzo fa, dopo avere fatto esperienza altrove - racconta l'imprenditrice -. Ma posso confermare che abbiamo assorbito molto bene la congiuntura negativa. Abbiamo registrato livelli di crescita piccoli, ma sempre costanti. Il nostro segreto è stato un mix sapiente di Italia ed estero. Per esportare nel migliore dei modi non è sufficiente avere un buon prodotto. Occorre essere in grado di gestire la burocrazia e i tempi, di conoscere e rispettare le esigenze dei clienti, di tenere testa a ogni eventualità. Tutto questo nel recente passato ci ha aiutati molto. Proprio grazie all'esperienza di mio nonno». Un impreditore di altri tempi, che ha insegnato ai suoi eredi l'importanza di imporsi sul mercato attraverso la qualità. «Su questo non abbiamo mai fatto un passo indietro, non abbiamo mai accettato compromessi, neanche quando ci trovavamo di fronte all'aumento dei costi. È il nostro punto di forza». Si spiegano così collaborazioni che vanno avanti da più di trent'anni, come per esempio quella con il gigante della distribuzione Esselunga. «Ma c'è anche un altro aspetto che non dimentichiamo mai conclude Federica -. È il radicamento nella nostra città: Milano. Il primo grissino ideato da mio nonno si chiamava El super grissin de Milan.

Questo la dice lunga su quelli che sono ancora oggi i nostri valori».

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