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Via libera al buono scuola per gli asili privati come in Lombardia

La risposta del segretario del Pdl a Vittorio Feltri: "È giusto che le famiglie possano decidere dove mandare i propri figli"

Via libera al buono scuola 
per gli asili privati 
come in Lombardia

Caro dottor Feltri, le sono grato per due motivi. Il primo è che l'idea sua è giusta, di buon senso, ed allargabile dagli asili agli altri ambi­ti della vita sociale. La seconda è che sceglie per interlocutore il segretario del Popolo della libertà, il quale ha il compito di fare politica, che è una fac­cenda di proposte pratiche e di ideali concreti.

Oltre che all'asilo e alle elementari dalle suore sono stato anche studente dell'Università cattolica, un'altra ma­gnifica invenzione, che arricchisce l'Italia. La sinistra manda la gente in piazza perché non vuole si finanzino le scuole dei preti» dicendo che sono de­nari tolti a quelle statali. Lei meglio di mille trattati ha dimostrato che è una solenne bugia: l'iniziativa privata che dà servizi pubblici, come le scuole, fa ri­sparmiare risorse all'erario. I conti li ha più volte enunciati anche il ministro Mariastella Gelmini sin dall'inizio del suo incarico: e sono identici ai suoi per le scuole materne, il costo diventa la metà per gli altri ordini e gradi.

L'idea giusta sarebbe quella del buono scuo­la, già praticata pionieristicamente in Lombardia. Ha funzionato ed è nel no­stro programma: la famiglia deve spen­dere come e dove vuole- in scuole stata­li o in scuole cattoliche o laiche o ebrai­che o di qualsiasi impianto educativo (purché rispettose di standard di quali­tà e dei valori della costituzione) - una cifra di euro equivalente al costo stan­dard per studente di un istituto di buo­na qualità.

Si risparmierebbe, e si inietterebbe una buona dose di libertà in più in que­sto Stato. È la famosa e poco praticata sussidiarietà, che è il primato della so­cietà sulla burocrazia.

Cosa si oppone? Come tutte le rifor­me, anche quelle che portano risparmi certi e risultati garantiti, all'inizio an­che questa avrebbe bisogno di investi­menti e risorse supplementari. Oggi la crisi mondiale blocca questo percorso. Almeno però è necessario salvare i ser­vizi che già esistono e la cui morte - sicu­ra senza sovvenzioni dello Stato - aggra­verebbe i conti e procurerebbe nuove grane e disagi alle famiglie.

Prometto: mi impegnerò per questo fino in fondo.

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