Lifestyle

Barba perfetta: i trucchi dei professionisti

Quella della barba è oggi una delle tendenze maschili più seguite: ecco alcuni consigli su come curarla al meglio, a partire da una visita dal barbiere

Barba perfetta: i trucchi dei professionisti

Negli ultimi anni, la barba è diventata un dettaglio comune per tantissimi uomini. Ma come fare per mostrare un look sempre ordinato, seguendo i consigli degli esperti?

È innanzitutto bene rivolgersi a un professionista del settore. Negli ultimi anni sono cresciute le barberie e anche in molti piccoli centri non è difficile trovarne una. Lì si potrà chiedere il taglio base da cui partire per il mantenimento, contando di tornarci però periodicamente: per quanto la barba si possa tenere ordinata con il fai da te, la mano di un barbiere è sempre più precisa. L'intervento professionale dovrà avvenire all'incirca ogni mese, massimo un mese e mezzo.

Il barbiere consiglierà le spazzole da usare, probabilmente fornirà anche un marchio per il balsamo da utilizzare. Si tratta di una particolare cera cui ricorrere ogni 2-3 giorni, anche se può essere usata quotidianamente, rigorosamente dopo la doccia.

La barba può essere inoltre pettinata ogni giorno con spazzola e phon, ritoccando con le forbicine i pelucchi che fuoriescono dal taglio. Naturalmente, questi piccoli aggiustamenti possono essere eseguiti da soli in casa, magari settimanalmente.

La tendenza alla barba viene direttamente dagli anni ’80 e si orienta più verso forme tonde invece che quelle a punta del passato, talvolta accompagnate da baffi a manubrio - che tanto avevano appassionato gli hipster di tutto il mondo.

Anche le star e le celebrità non sono riuscite a resistere a questa moda.

Il testimonial internazionale della bellezza con la barba può essere ritenuto per esempio il Principe Harry, ma anche numerosi attori sex symbol l'hanno mostrata in questi anni, non necessariamente per obblighi di scena: da Hugh Jackman a George Clooney passando per Jake Gyllehaal e Jamie Dornan, oltre che dagli italiani Pierfrancesco Favino e Alessandro Borghi.

Commenti