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Dormire poco fa male alla produttività

Il sonno influisce sulla produttività per molte ragioni: la principale è il fatto che sia legato a un fenomeno chiamato social jet-lag e coinvolge tutte le persone

Dormire poco fa male alla produttività

Che il sonno sia una necessità dell’organismo di ogni animale compreso l’uomo è da sempre assodato. Ma ora spunta un dato importante: il sonno è connesso all’economia, perché dormire poco più penalizzare pesantemente la produttività.

A dirlo è uno studio della Rand Corporation: ore insufficienti e sonno disturbato costano al Regno Unito 50 miliardi di sterline, cioè l’1,9% del Pil. Il modo in cui sonno e produttività sono connessi ha infatti a che vedere con l’attenzione e la coordinazione, l’emotività e sul lungo periodo anche il potenziale insorgere di malattie. Il discrimine comunque non sono le ore in cui si dorme, ma la regolarità del sonno in base al proprio cronotipo - cioè la "preferenza" o meglio la tendenza biologica di ogni organismo a essere vigile in determinate ore della giornata.

Questa connessione è tanto importante che si è dato anche un nome al disturbo a essa legato: social jet-lag. Quando le persone vengono disturbate dagli eventi nelle proprie abitudini per quanto riguarda la nanna, si innesca qualcosa di molto simile al jet-lag, il disturbo che le persone hanno quando viaggiano in aereo, attraversando vari fusi orari e quindi alterando i ritmi sonno-veglia in base alle ore di sole e di oscurità. Tra le malattie sviluppabili a lungo termine, a causa del social jet-lag ci sono il diabete, l’obesità, la depressione e le malattie cardiache. Due terzi delle persone sperimentano durante la settimana almeno un’ora di social jet-lag, mentre gli altri superano le due ore.

Uno dei consigli più comuni è evitare computer, tablet e smartphone prima di andare a dormire.

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