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Quando la vacanza separa la coppia

L'estate è la stagione in cui aumentano le separazioni e i conglitti di coppia. Scopriamo il motivo e come comportarsi per separarsi pacificamente

Quando la vacanza separa la coppia

In estate nonostante il relax e il divertimento tipico delle vacanze aumenta il numero di richiesta di separazioni.

La vacanza, infatti, il vivere insieme quotidianamente, fa emergere i conflitti che si hanno con il partner. Vengono rilevate le difficoltà di relazione che durante l’inverno sono sopite per via della routine. Emerge che l’estate velocizza la crisi nella coppia che a settembre, esausta, chiede la separazione.

Ad affermarlo è Maria Luisa Missiaggia, avvocato matrimonialista del Foro di Roma, esperta in Diritto di Famiglia e autrice del libro “Separarsi con amore si può” . Ella sostiene : “Purtroppo l’informazione sulle separazioni e i divorzi è ancora insufficiente ed i conflitti aumentano, conflitti che dovrebbero ridursi in presenza di persone di età minore – spiega l’avvocato Missiaggia - Papà e mamma non dovrebbero farsi la guerra sebbene separati e divorziati nell’interesse dei loro figli. I problemi nascono spesso intorno ai contributi di mantenimento per i minori, contributi che non sono per le donne ma per dare ai bambini lo stesso tenore di vita nel matrimonio o convivenza. I figli detestano i conflitti e pur non riconoscendo l’abuso quando sono piccoli, da adulti ne subiscono danni spesso irrimediabili”.

Il tanto discusso Decreto Pillon e’ un inizio per limitare l’uso e abuso genitoriale nei confronti dei figli. Quanto alla mediazione obbligatoria in tutta Europa esiste da anni e già e lungi dall’essere una intromissione nella famiglia, può essere invece un’occasione per accordarsi e trovare soluzioni consensuali”.

"Per ottenere una separazione o un divorzio in modo rapido e indolore la soluzione è la negoziazione assistita: un accordo che ci permetterà di separarci in 7 giorni e divorziare in 6 mesi restando protagonisti della nostra vita. E, cosa ancora più importante, senza lasciare spazio ad ulteriori conflitti. Purtroppo, infatti, non si può negare che, in assenza di negoziazione, finiamo per entrare nelle maglie della giustizia e in tempi processuali mai inferiori a 2-3 anni, soprattutto in città grandi come Roma e Milano”: afferma la Missiaggia.

La negoziazione assistita è lo strumento migliore che, dal 2014 con il decreto legge 132, convertito in legge 164 del 2014, rende possibile la redazione di un accordo, alla presenza di due avvocati che lo depositeranno in brevissimo tempo, questione di giorni, in tribunale per la vistazione al pm. Separazione e divorzio verranno poi annotati dal Comune del luogo dove si è svolto il matrimonio.

Inoltre, ricorrere a un accordo è possibile anche a processo già in corso, convertendo il rito giudiziale in un rito consensuale.

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