Sport

Lippi fermo 6 mesi, la Juve ora scalda Vialli

Deschamps detta la sua verità: «Volevo avere voce in capitolo nelle scelte di mercato per il prossimo anno»

Lippi fermo 6 mesi, la Juve ora scalda Vialli

nostro inviato a Torino

Facile dire Lippi. È il ct campione del mondo, è libero, fosse per i sondaggi dei tifosi sarebbe già in panchina: qui ha già vinto, qui potrebbe rivincere. Magari non subito, magari non l’anno prossimo e nemmeno quello dopo. Se lo chiedi in giro, il dopo Deschamps è già cominciato: se arriva l’ex ct, come per magia Buffon non cambia maglia, Camoranesi ritorna a sorridere e forse persino Trezeguet si butta alle spalle i mugugni. Massì, magari torna anche Cannavaro. Allenatore o manager all’inglese, alla Ferguson è il modello che piace. E invece la strada che riporta Lippi a Torino è piena di buche. L’ex ct non si perde in fronzoli: «Per questioni personali nei prossimi 3-4-5 mesi non tornerò ad allenare». Punto e basta. Dove per questioni personali si intende la vicenda del figlio Davide, procuratore, rinviato a giudizio nell’ambito dell’inchiesta sul caso Gea. Il procedimento per Lippi junior comincerà il 21 giugno prossimo e nelle parole dell’ex ct traspare evidente il desiderio di non imbarcarsi in una nuova avventura fino alla conclusione del caso.
Così, l’ipotesi Lippi non tramonta, ma verrebbe messa in cantiere per il futuro. Urge, urgerebbe, un traghettatore. I nomi su piazza sono tanti e per forza e necessità sono legati alla famiglia bianconera. Si comincia con Ciro Ferrara, assistente di Lippi in Germania, e ancora alle prese con l’esame da allenatore. Gli servirebbe dunque un tutore, un saggio con licenza per allenare in serie A. La persona ci sarebbe e fa già parte dello staff della Juve: Narciso Pezzotti, secondo di Lippi prima in bianconero e poi in azzurro, e cooptato in bianconero proprio da Deschamps. Un altro candidato sarebbe Antonio Conte, oggi sulla panchina dell’Arezzo dopo essere stato vice allenatore a Siena: due società che la Triade portò nell’orbita Juve. Parcheggi di giovani da vagliare e di tecnici da forgiare. L’ipotesi di Vialli, poi, sarebbe quella perfetta per alimentare l’operazione simpatia cara ai nuovi vertici bianconeri. Ex allenatore del Chelsea e, con molta meno fortuna, al Watford, Gianluca ha un posto fisso tra gli opinionisti di Sky. E un passato che profuma ancora molto di bianconero. «Non mi ha contattato nessuno» il messaggio di Vialli. Dicono che se dipendesse da Lapo Elkann, lui diventerebbe oggi l’allenatore, il problema è capire quanto conti la voce del nipote dell’Avvocato nelle scelte bianconere. Per ora, poco, ma le sue quotazioni, e quelle di Vialli, sarebbero in rialzo.
I tempi sono strettissimi. A giorni, forse già domani, ci potrebbe essere un vertice dell’area tecnica. Sulla scrivania dei quattro (Cobolli Gigli, Blanc, Secco e Bettega) il nuovo allenatore e i contratti dei big. Da trovare e da inseguire.
Deschamps ormai appartiene al passato. Se Nedved da Montecarlo manda un telegramma velenoso alla real casa («sono deluso e sorpreso, Deschamps stava lavorando bene») il francese, che ha scelto di non parlare con la stampa italiana, si è sfogato con Rmc (l’emittente del Principato di Monaco) e nel corso del programma «Larque foot» ha raccontato la sua versione. «Ho cercato di spiegare alla dirigenza che l’anno prossimo per tensioni e pressioni, aspettative e difficoltà tecniche sarebbe stata durissima e che ci saremmo dovuti presentare in un certo modo. Non mi sembrava avessero recepito le mie preoccupazioni. Non ho colto alcun segnale. Per questo ho deciso di lasciare». Mercoledì, la sera degli stracci che volano: «Ho detto a Blanc che me ne sarei andato, insieme abbiamo deciso che la notizia sarebbe dovuta uscire dopo una settimana, poi si è saputo tutto...». Deschamps non fa il nome di un solo nemico, riduttivo parlare del direttore sportivo Secco («avevo l’impressione di non essere ascoltato»), e nemmeno dei giocatori su cui è avvenuta la rottura: «Le scelte finali le fa la società ma un allenatore deve lavorare in un clima di serenità. Posso sbagliare, ma lo devo fare per i miei errori...». Il suo futuro passa per una squadra di alto livello (Lione) e dice che sarà sempre orgoglioso di aver riportato la Juventus in serie A.

Che se la vedano gli altri, adesso.

Commenti