Economia

L'Istat: famiglie, redditi e potere d'acquisto in calo

Il reddito delle famiglie italiane continua a scendere. Nel primo trimestre 2010 rispetto al corrispondente periodo del 2009 il reddito disponibile delle famiglie in valori correnti è diminuito del 2,6 % e la spesa delle famiglie si è ridotta dello 0,7 per cento

L'Istat: famiglie, redditi 
e potere d'acquisto in calo

Roma - Il reddito delle famiglie italiane continua a scendere anche nel primo trimestre 2010: in valori correnti è diminuito del 2,6%, rispetto allo stesso periodo 2009. Lo comunica l’Istat, precisando che si tratta del reddito lordo disponibile, ovvero quello destinato al consumo e al risparmio. L’Istat precisa che si tratta di dati grezzi, quindi per "agevolarne l’interpretazione e attenuare gli effetti della stagionalità, gli aggregati trimestrali sono calcolati come somme mobili di 4 trimestri consecutivi". Pertanto, il dato del primo trimestre 2010 fa riferimento al periodo aprile 2009-marzo 2010, e le variazioni tendenziali sono calcolate rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente; quelle congiunturali, invece, sono misurate rispetto al periodo gennaio 2009-dicembre 2009. Tornando al reddito delle famiglie (consumatori e micro-imprese) nei primi tre mesi di quest’anno si è registrata anche una diminuzione (-0,2%) in valori correnti rispetto al trimestre precedente.

Mentre ha ripreso a crescere la spesa delle famiglie per consumi finali, cresciuta dello 0,5%. Quanto al potere di acquisto delle famiglie (cioè è il reddito disponibile in termini reali) si è registrato un calo dello 0,5% rispetto al trimestre precedente e del 2,6% rispetto al primo trimestre dell’anno precedente.

Inoltre, il tasso di investimento delle famiglie nel primo trimestre 2010 si è attestato all’8,5%, con un calo di 0,1 punti percentuali rispetto al trimestre precedente, mentre rispetto allo stesso periodo del 2009, gli investimenti fissi e lordi delle famiglie si sono ridotti del 10,5%, determinando una riduzione del tasso di investimento di 0,8 punti percentuali. 

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