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L'Italia della ceramica ritrova quota 6 miliardi E chiede infrastrutture

Il messaggio al governo: per fare fronte ai dazi, al Paese occorre uno sforzo di sistema

Onofrio Lopez

Il mondo della ceramica italiana è a un bivio. Le 222 aziende del comparto (piastrelle, sanitari, stoviglie e materiali refrattari) nel 2017 hanno conseguito un fatturato di 6,3 miliardi di euro ritornando sui valori pre-crisi. Le sole piastrelle valgono 5,5 miliardi di fatturato (proveniente all'85% dall'export) e circa 20mila posti di lavoro. Il sistema-Paese deve compiere una scelta: sostenere questo settore portante del made in Italy (o quantomeno non mettergli i bastoni tra le ruote) oppure lasciarlo a se stesso in balia di una concorrenza estera agguerrita. Queste problematiche saranno al centro da oggi a venerdì della 36sima edizione di Cersaie, il salone della ceramica per l'architettura e dell'arredobagno della Fiera di Bologna. In 161mila metri quadrati di esposizione ci sono 840 espositori di cinque continenti e 41 nazionalità, dei quali poco più della metà appartenenti al settore delle piastrelle di ceramica (452). Le imprese straniere presenti sono 314, a testimonianza del valore internazionale assoluto della rassegna.

La salubrità del prodotto e degli ambienti di lavoro, la produzione sostenibile, la centralità dell'Europa per la sfida competitiva a livello internazionale saranno gli elementi al centro del convegno di apertura di oggi nel quale il presidente di Confindustria Ceramica, Giovanni Savorani, farà da padrone di casa affrontando questi argomenti con il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, e il numero uno di Confindustria, Vincenzo Boccia. La filiera ceramica è la manifattura del XXI secolo: negli ultimi cinque anni le aziende hanno investito complessivamente 1,8 miliardi di euro in nuove tecnologie che hanno portato la produzioni su livelli di eccellenza. «Siamo tecnologicamente all'avanguardia, le misure contro il dumping cinese ci garantiscono dal punto di vista commerciale fino al 2022; ora abbiamo bisogno di liberare risorse per la formazione 4.0», ha dichiarato di recente Savorani evidenziando come non ci sia bisogno solo di tecnici specializzati e di ingegneri ma anche di designer e di architetti.

E, soprattutto, di un miglioramento della dotazione infrastrutturale che consenta al distretto emiliano della piastrella di accelerare la consegna dei prodotti. Il messaggio che si invierà all'establishment è semplice e chiaro: con l'affiorare di nuove tensioni commerciali globali, la capacità competitiva di un settore manifatturiero come la ceramica italiana può essere mantenuta e sviluppata solo con un forte impegno di sistema, che accompagni le azioni e gli investimenti delle imprese. Il distretto della ceramica è composto da piccole e grandi multinazionali: non facilitare il loro sviluppo significa rinunciare a un comparto che, con l'indotto, movimenta 9 miliardi di euro di giro d'affari all'anno e fa lavorare 40mila persone.

Al Cersaie, però, sarà protagonista anche la bellezza del design. A tenere la lectio magistralis nel Palazzo dei Congressi di BolognaFiere sarà l'archistar pluripremiata Richard Rogers, colui che insieme a Renzo Piano realizzò nel 1971. Tra le sue opere più note si ricordano inoltre l'edificio Lloyd's di Londra, il palazzo della Corte europea per i diritti dell'uomo di Strasburgo e il Daimler Complex di Potsdamer Platz a Berlino.

A côté della manifestazione si svolgeranno altre iniziative come gli incontri e dibattiti del «Café della Stampa» ecome «La città della posa», giunta alla settima edizione. Per ognuno dei cinque giorni di svolgimento del Cersaie sono previste dimostrazioni di posa in opera delle piastrellature da parte degli artigiani specializzati di Assoposa. La mostra «The sound of design» è invece giunta al suo quinto anno.

Sia in Fiera che nel centro di Bologna musica e design si fonderanno accompagnando i visitatori in un viaggio nel periodo 1976-1983 dimostrando come le architetture possano evolversi trasformandosi in icone senza tempo.

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