Europei 2012

L'Italia sbranata dalla Russia

Una squadra ferita nella testa e impreparata nelle gambe. E la sfida con la Spagna è solo fra 9 giorni

L'Italia sbranata dalla Russia

Forse ha ragione il Prandelli provocatore. È il caso di partire martedì per Cracovia dopo quei tre schiaffoni rimediati ieri sera dalla Russia? La risposta immediata è no. E di sicuro le sofferenze sono anche conseguenza diretta di quel che è accaduto durante le ultime settimane. Nove giorni sono pochi, anzi pochissimi per preparare la sfida con la Spagna: è la prima del girone europeo, di solito è quella che orienta il destino del torneo. A nove giorni dall'esordio di Danzica Cesare Prandelli può anche far finta di niente ma l'esito complessivo del viaggio a Zurigo e dell'amichevole con la Russia dotata di Advocaat non è certo incoraggiante. Anzi è molto preoccupante. Meglio cominciare dai difetti (tanti, forse anche troppi) prima di passare ai rari pregi che pure si intravvedono e che solo il tempo e una migliore condizione collettiva possono moltiplicare.
Il primo difetto, emerso in modo inquietante nella frazione numero uno, riguarda la tenuta stagna della Nazionale, insomma la sua difesa, d'accordo priva di Chiellini che non è né Franco Baresi né Fabio Cannavaro di Germania 2006: quel che colpisce è la trincea di ricotta sistemata proprio davanti a Buffon (uscito all'intervallo per una contusione alla spalla destra e rimpiazzato da De Sanctis autore, con Maggio e Bonucci del pasticciaccio brutto dello 0 a 2 rimediato alla mezz'ora della ripresa). Il portierone di casa nostra finito nel mirino degli inquirenti se la cava senza gol, grazie a un palo esterno timbrato Kerzhakov (suo l'1 a 0 dei russi) e a qualche buona parata oltre che alla discutibile mira degli attaccanti in maglia bianca, riguadagnata più avanti. Colpa solo della coppia centrale difensiva, tutta juventina, Barzagli-Bonucci? La risposta è ovviamente no altrimenti non si spiegherebbe il diverso rendimento sotto le insegne bianconere, in campionato. Semmai, ecco la nostra interpretazione, tenuto conto del ridotto contributo in fase difensiva di Maggio, la responsabilità è della scarsa opposizione del centrocampo: proprio nella posizione di Pirlo sfonda la Russia, spesso con palle accompagnate dallo scambio corto, il famoso dai e vai. Ricordate? Fu il motivo per il quale Allegri decise di spostare a sinistra Pirlo e poi di lasciarlo partire per Torino preferendogli il cemento armato di Van Bommel. Secondo difetto: l'uso di Montolivo come tre-quartista senza alcun esito positivo per le trame d'attacco, men che meno per la resistenza della linea mediana.
Più vistosi gli errori commessi nel secondo tempo appena la stanchezza e qualche cambio in difesa (non tanto Ogbonna spedito al posto di Balzaretti) procurano una sorta di corto circuito determinato dal gol di Kerzhakov seguito, beffardamente, alla migliore produzione di occasioni da gol prodotta dall'Italia in avvio di ripresa. Qui Balotelli un paio di volte, Marchisio e lo stesso Cassano, ancora a caccia dello smalto migliore, falliscono una serie di golose palle-gol. I cambi inevitabili, effettuati da Prandelli, provvedono anche a modificare il profilo tattico dell'Italia: dentro infatti arrivano anche Giovinco e Di Natale, quindi un attacco a tre, con un centrocampo modificato nell'identità ma anche nelle caratteristiche, con Thiago Motta e Nocerino. Perciò non è il caso di meravigliarsi per la secca sconfitta, arrotondata dal piatto a colpo sicuro e dal colpo di testa di Shirokov. La Russia è una squadra di grande spessore, forse sottovalutata dai pronostici di questi giorni, appena 4 gol subiti nel girone di qualificazione, segno di una grande solidità accentuata dal valore e dal talento di alcuni suoi esponenti, Shirokov, Kerzhakov e Denisov le stelle di prima grandezza. Cassano e Balotelli, di questi tempi e non solo, non possono certo fare miracoli o nascondere sotto il tappeto i ritardi e i limiti della spedizione. Sono loro che mettono qualche brivido all'organizzazione di Advocaat senza riuscire a imprimere al gioco e neanche alla sfida uno sbocco favorevole. Non brilla quasi nessuno. «Meglio aver commesso tutti gli errori in una sola sera» prova a consolarsi Prandelli. Invece c'è poco da stare allegri. Per concludere: è una Nazionale ferita nella testa oltre che impreparata nelle gambe.

Unico alibi: 3 partite in 8 mesi.

Commenti